Il bullismo non è solo qualche presa in giro tra compagni. È qualcosa di più profondo e doloroso, che si manifesta in tanti modi, a volte anche subdoli. Si presenta quando una persona viene isolata, offesa o maltrattata in modo ripetuto. Spesso succede proprio a scuola, in silenzio, senza che nessuno si renda conto dei segnali che lo descrivono. Riconoscerlo è il primo passo per fermarlo. Come riconoscere il bullismo a scuola?
Il bullismo si può manifestare in tanti modi differenti: può essere accompagnato da violenze fisiche, ma anche psicologiche e verbali. Spesso chi ne è vittima non ne parla con nessuno, soprattutto non lo fa con gli adulti di riferimento, come insegnanti e genitori. Per questo motivo spetta a loro cogliere i segnali più evidenti di una situazione che non va:
- Il cambiamento di comportamento è il primo segnale. Un bambino che era sereno e socievole può diventare improvvisamente chiuso o nervoso. Se inizia a non voler più andare a scuola, inventa scuse o ha spesso mal di pancia, potrebbe esserci qualcosa che non va. Anche i cambiamenti nel sonno o nell’appetito sono segnali da non ignorare.
- Spesso chi è vittima dei bulli ha paura del telefono o dei social. Il bullismo oggi può passare anche dai messaggi o dai social. Se il ragazzo si agita quando riceve notifiche, cancella i messaggi in fretta o si chiude a riccio, potrebbe essere vittima di cyberbullismo. In questi casi, il dolore è lo stesso. Solo più silenzioso.
- A volte tornano a casa con lividi, graffi, vestiti rovinati oppure oggetti mancanti. E non sanno spiegare come è successo. Può capitare una volta, ma se diventa frequente, è il caso di approfondire.
- Chi subisce bullismo inizia a sentirsi “sbagliato”. Dice di non valere niente, si colpevolizza, si isola: l'autostima inizia a crollare. È importante ascoltare senza giudicare e far capire che non è solo.
Chi nota questi segnali, non può far finta di niente. Deve parlare con il ragazzino o la ragazzina, con calma e senza forzare il dialogo. Deve ascoltare, senza pressioni, e magari parlarne anche con gli insegnanti o con lo psicologo scolastico, se presente.