Si tratta di un disturbo che interessa le zone del pube e del basso ventre che potrebbe allarmare la futura mamma, ma in realtà non esiste nessun rischio per il bebè .
La pubalgia si presenta inizialmente come una sorta di indolenzimento, un piccolo fastidio che con il passare del tempo può trasformarsi in vero e proprio dolore. Nella fase più acuta la pubalgia può rendere difficoltosi i movimenti e persino camminare.
Si tratta di un disturbo considerato 'minore' dovuto alla generale lassità dei legamenti nel periodo della gravidanza. Il disturbo non comporta rischi e si risolve spontaneamente dopo il parto. Questa sorta di 'rilassamento doloroso' capita solo alle donne che già sono predisposte per traumi precedenti o per difetti 'posturali'. Il dolore è dovuto al fatto che sulle ossa del bacino si inseriscono i muscoli delle cosce e dell'addome e si appoggiano i femori e la colonna vertebrale.
I ginecologi, in generale, per risolvere il problema, consigliano l'assunzione di un farmaco, il paracetamolo, che esercita un'azione antidolorifica, da associare al riposo e ad alcuni semplici, ma importanti accorgimenti. Se si incorre in questo disturbo può essere utile dormire sul fianco con un cuscino tra le gambe; evitare di guidare a lungo; indossare una pancera o una fascia contenitiva, evitare di stare troppo in piedi; utilizzare un cuscino ortopedico lombare se si rimane a lungo sedute.
Per tentare di risolvere questo tipo di disturbo si può provare a ricorrere anche a metodi di cura alternativi, quali l'osteopatia, l'agopuntura e gli antidolorifici omeopatici. La terapia osteopatica consiste in manipolazioni che agiscono sui muscoli, mentre con l'agopuntura lo specialista posiziona alcuni aghi in punti localizzati all'inguine, all'interno della coscia, ai piedi e alle caviglie. Per quanto riguarda l'omeopatia i rimedi variano a seconda dei sintomi specifici presentati dalla mamma.
(Fonte: Donna&mamma, maggio 2007)
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