La medicina di genere (MdG) è un nuovo approccio che viene utilizzato per studiare terapie più mirate volte a curare pazienti di sesso maschile e di sesso femminile. Fin dalla sua nascita la medicina si è basata quasi esclusivamente su un concetto androcentrico, limitando la salute femminile al solo aspetto della riproduzione. La medicina genere-specifica, invece, è un passo ulteriore in avanti per garantire cure sempre più personalizzate, anche in base alle differenze che esistono tra il corpo maschile e il corpo femminile.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito la medicina di genere o, meglio, la medicina genere-specifica come "lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona". Diversi studi scientifici hanno dimostrato che esistono delle differenze tra uomini e donne anche per quello che riguarda l'insorgenza, l'evolversi e i sintomi di malattie anche molto comuni, così come sono diverse le reazioni ai trattamenti terapeutici e ai cambiamenti di stile di vita proposti dai medici per contrastare disturbi e patologie di varia natura.
Si è iniziato a parlare di medicina di genere all'inizio degli anni Novanta, nell'ambito della ricerca sulle malattie cardiovascolari, soprattutto perché la ricerca scientifica era spesso condotta solo su uomini o su animali maschi. Da allora si è studiato per poter capire quali sono le differenze di genere nella medicina e quale potrebbe essere il miglior approccio per garantire a tutti i pazienti, uomini o donne, i trattamenti più adeguati e mirati.
Prima degli anni Novanta nessuno si era posto il problema in merito a una risposta differenziale ai farmaci tra uomo e donna, così come alla suscettibilità alle malattie. Grazie a questo nuovo approccio si può puntare sempre di più alla personalizzazione di cure e terapie, proponendo trattamenti anche su misura per contrastare le patologie.