L'aumento della glicemia (il livello di glucosio nel sangue) dopo un pasto dipende principalmente dalla quantità e dal tipo di carboidrati contenuti negli alimenti. In sintesi, la glicemia aumenta perché il cibo si trasforma in glucosio; alcuni cibi (quelli ricchi di carboidrati semplici e raffinati) lo fanno in modo molto rapido, causando un picco elevato.
Latte d'avena
Alternativa al latte apprezzata per la sua cremosità, il latte d'avena è prodotto con un cereale amidaceo e, per questo motivo, si scompone in zuccheri più velocemente rispetto ad altre alternative a base di frutta secca o latticini. Naturalmente, questo provoca bruschi picchi di glucosio.
Carboidrati “nudi”
I carboidrati forniscono all'organismo una rapida dose di energia perché si convertono rapidamente in zuccheri. Il rovescio della medaglia? Un picco più brusco, seguito da un crollo, se assunti da soli.
Succhi di frutta
Un succo di frutta fresca può sembrare virtuoso, ma durante il processo di spremitura, le fibre presenti nella frutta vengono eliminate e, senza fibre, il succo fornisce un rapido apporto di zuccheri. Questo perché il fruttosio, lo zucchero naturale presente nella frutta, viene elaborato in modo diverso dal glucosio. Se somministrato in forma concentrata e senza fibre, può sovraccaricare il fegato e contribuire alla resistenza all'insulina nel tempo.
Sequenza dei pasti
La ricerca dimostra che semplicemente cambiando l'ordine di ciò che si mangia si può attenuare il picco glicemico di un pasto. Inchauspé ha scritto di questo concetto in " The Glucose Goddess Method" , citando uno studio giapponese del 2023 che ha scoperto che mangiare verdure per prime riduceva significativamente il glucosio e l'insulina post-pasto nelle giovani donne. Potrebbe essere un piccolo trucchetto facilmente applicabile, non credi?