
La risposta è quasi sempre no e bisogna cercare di non farsi prendere dall’agitazione. Secondo un documento sull’argomento, divulgato di recente dai Medici di Famiglia Americani, il dolore al seno è raramente il sintomo di un tumore. Perciò la prima cosa da fare è non allarmarsi. Giusto però andare dal medico.
La semplice palpazione è sufficiente, a volte, per escludere che si tratti di qualcosa di serio. La presenza di piccoli noduli, invece, potrebbe consigliare di approfondire l’esame con una ecografia o una mammografia, specialmente dopo i 35 anni. Molto più raramente occorre infine praticare una biopsia, utile quando ci sono noduli solidi che spesso si dimostrano, comunque, semplici cisti aspirabili senza conseguenze.
Ma se non c’è nulla di grave, perché le mammelle possono cominciare a dolere? Tuttora le cause non sono perfettamente conosciute. L’ipotesi è che ci sia un legame con la situazione ormonale, o per un aumento del livello di estrogeni o per una diverso tipo di risposta dell’organismo agli estrogeni stessi. Non è un caso che moltissime donne che soffrono di mastodinia -questo il nome con cui i medici indicano il dolore al seno- accusino il sintomo nella fase premestruale o in corrispondenza dell’ovulazione, quando gli estrogeni in circolo sono più elevati. Una spiacevole esperienza che si ripete ad ogni ciclo, in gravidanza o durante l’allattamento. Altre volte, più raramente, è invece la mastopatia fibrocistica a scatenare il dolore. Si tratta di una patologia benigna che determina noduli e seno denso e fibroso, ma senza nulla di grave. Sarà comunque un esame ad accertare se è alla base del dolore.
Il medico a questo punto dirà che il dolore sparirà da solo. Ma possiamo cercare di alleviarlo o prevenirlo in qualche modo.
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