IN FORMA
Crampi ai polpacci durante la notte, da cosa dipendono e come trattarli

Tutto ciò ci rende più consapevoli del fatto che tutte le storie d’amore, anche quelle apparentemente più salde, possono finire. Certo, nulla di nuovo sotto il sole. E poi c’è da considerare che, quando due persone che si sono amate, decidono volontariamente di lasciarsi, lo fanno per il bene di entrambi. I problemi nascono semmai quando è uno dei due a lasciare l’altro. In questo caso chi viene abbandonato soffre tantissimo subendo la perdita dell’amato come un lutto. Non è semplice dolore, è una lacerazione dell’anima che angoscia, un turbinio di rabbia, delusione, nostalgia, senso di solitudine, smarrimento. A Natalia Aspesi, nella rubrica “Questioni di cuore” del Venerdì di Repubblica, spesso piace affermare che mai nessuno è morto d’amore. Ma come fare per sopravvivere meglio alla fine di un amore?
Risale allo scorso anno l’uscita in Italia di un best seller che ha venduto oltre un milione di copie negli USA: “Perché un amore finisce” della terapista Daphne Rose Kingma. Il libro insegna a riprendersi dalle sofferenze legate alla fine, non voluta, di una relazione amorosa. Quali sono i suoi consigli e quelli di altri manuali di “autoricostruzione”? La parola d’ordine per chi resta solo è “lasciarsi = rinascere” per arrivare poi alla convinzione che il meglio della vita deve ancora venire o, come dicono gli americani, “the fun stuff is ahead”. Questo è propriamente l’inizio della ricostruzione, ma prima ancora è necessaria una fase preliminare più o meno lunga. In effetti occorre prima concedersi un periodo di “lutto” per elaborare l’infelicità. Questa è il primo vero passo, nonché il più importante, per uscirne relativamente presto e senza strascichi. Ecco gli esercizi che aiutano durante tale fase: