Qual è la pianta più resistente al mondo?

Le piante devono resistere ai grandi cambiamenti ai quali la nostra Terra sta andando incontro. Il climate change riguarda tutti gli esseri viventi, non solo esseri umani e animali, ma anche il mondo vegetale. Anche per loro l'aumento della temperatura terrestre, con tutte le conseguenze climatiche e metereologiche che ne derivano, rappresenta una sfida non indifferente. Ne va della sopravvivenza stessa. Qual è la pianta più resistente al mondo?

Sia che crescano in ambienti urbani sia che crescano nella natura più incontaminata e selvaggia, tutti gli alberi sono a rischio a causa dei cambiamenti climatici. Ci sono delle specie che potrebbero non essere in grado di resistere alle condizioni climatiche che dovremo affrontare in futuro e che saranno sempre più estreme. In particolare nelle città potrebbero avere vita breve.

Quali sono, allora, le piante che andrebbero piantate di più per poter sperare che possano durare a lungo e resistere al climate change e quali quelle che ci dimostrano oggi una resistenza estrema?

1. Acer campestre Street Pillar: è una pianta perfetta anche per i centri urbani ed è in grado di assorbire tantissima anidride carbonica dall'aria, contribuendo, così, a ridurre l'inquinamento atmosferico, senza dimenticare che potrebbe contribuire molto alla biodiversità. Si adatta bene anche a climi caratterizzati da siccità o eventi meteo estremi.
2. Ginkgo biloba Blagon: è una pianta che ci aiuta a contrastare l'inquinamento in città, resistendo bene al freddo, al caldo e alla siccità. Riesce a resistere a ogni tipo di terreno e non ha bisogno di tanta manutenzione.
3. Welwitschia mirabilis: è una pianta che cresce nel deserto del Namib, dove la pioggia non si vede quasi mai. Questa specie riesce a sopravvivere in condizioni così estreme per oltre 1000 anni. Ha solo due foglie che crescono per tutta la vita, senza mai cadere. Assorbe l'umidità della nebbia e resiste al caldo intenso.
4. Rosa di Gerico: sicuramente una delle piante "Highlander" più famose, perché in grado di rinascere anche dopo periodi di lunghissima siccità.