Mentre nel nostro Paese, come annunciato dal Governo, si stanno registrando nuovi record di occupazione, con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il minimo storico negli ultimi 20 anni, non così bene va per l'occupazione femminile in Italia, visto che il gender gap lavorativo è tra i più alti in Europa. Per le lavoratrici italiane non solo non è facile trovare lavoro e mantenerlo, ma è forte anche il divario per quello che riguarda il trattamento riservato alle donne, rispetto a quello dedicato agli uomini.
Nel 2024 solo il 53% delle donne italiane con età compresa tra i 15 e i 64 anni risultava occupato, mentre la media in Unione Europea era del 66%. Siamo ultimi tra gli Stati membri dell'UE e anche Paesi candidati a entrare nell'Unione hanno una situazione migliore della nostra. Negli ultimi 15 anni il tasso di occupazione femminile è aumentato di soli 6 punti percentuali, contro un aumento di 9 punti dell'UE. Il divario è ancora più forte se si considerano solo le Regioni del Mezzogiorno, dove solo il 37% delle donne in età lavorativa ha un'occupazione.
Il gender gap in Italia, soprattutto se paragonato agli altri Paesi europei, è preoccupante: in Italia la percentuale di uomini occupati supera di 19 punti percentuali quella delle donne. Siamo secondi solo alla Grecia. Inoltre, le donne lavoratrici hanno contratti con meno ore. Nel 2024 le occupate sono state retribuite per il 15% in meno al mese rispetto ai colleghi di sesso maschile: questo perché spesso si ricorre al part time (sono tre milioni le donne che lavorano con questo tipo di orario, contro un milione di uomini).
Il tempo ridotto viene chiesto spesso per ragioni famigliari o per assistere bambini o persone fragili, anche se solo il 5% degli uomini lo richiede per questo motivo. Conciliare vita lavorativa e famigliare non è facile, soprattutto per le lavoratrici, che spesso si vedono costrette a lasciare il proprio impiego o a ridurre il monte ore, soprattutto dopo la maternità. In tal senso, il tasso di occupazione delle mamme che vivono in coppia è di 12 punti percentuali in meno rispetto a quello delle donne single senza figli.