Sindrome da corridoio: 3 milioni di lavoratori ne soffrono. Che cos'è il problema che riguarda il rapporto tra lavoro e vita privata? E come conciliare i due ambiti? Partiamo dal chiarimento della metafora e individuiamo le strategie per favorire l'equilibrio e il benessere.
Cos'è la sindrome da corridoio
Il significato dell'espressione gioca sulla metafora del corridoio, che mette in comunicazione due ambienti diversi. Associata al lavoro, indica proprio il collegamento senza soluzione di continuità tra l'attivita lavorativa e la vita privata, la mancanza di confini tra i due ambiti, insomma il "portarsi il lavoro a casa" che genera stress e ansia e può portare al burnout.
Secondo l’ottavo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, 3 milioni di dipendenti soffrono della sindrome da corridoio, «cioè l’osmosi di ansie e disagi tra lavoro e vita privata, che riduce drasticamente il benessere soggettivo, la qualità della vita e la salute mentale».
Secondo il report, «il 25,7% dei dipendenti si porta al lavoro i problemi di casa, privati, con effetti negativi sulla performance lavorativa, il 36,1% si porta i problemi lavorativi a casa con effetti negativi sulle relazioni familiari, amicali, ecc.».
Lavoro e vita privata: cosa fare
La work life balance, l'equilibrio tra lavoro e tempo libero, può partire dall'idea che il lavoro rapresenta solo una parte della nostra vita.
Per stabilire dei confini, metti a fuoco cosa puoi fare diversamente, quali mansioni puoi delegare, quali sono gli orari limite oltre i quali lasciare andare il lavoro o, viceversa, le questioni personali o familiare.
Prova a prevedere un tempo cuscinetto tra il lavoro e l'ambito domestico. In questo lasso di tempo, prova a scrivere cosa ti preoccupa con l'intento di lasciarlo andare: avrai modo di riprenderlo con maggiore lucidità.
Puoi anche praticare la mindfulness o la meditazione o degli esercizi di visualizzazione che favoriscano proprio questo lasciare andare i problemi e la sindrome da corridoio.