Il registro elettronico è considerato da molti uno strumento utile per le famiglie e i ragazzi, per non perdere alcun aggiornamento da parte della scuola. I genitori possono controllare tutto: voti, compiti, note, assenze, circolari scolastiche. Mentre gli studenti, nelle versioni dedicate appositamente a loro, possono controllare che compiti ci sono da fare e spesso anche le valutazioni dei docenti. Perché il registro elettronico causa ansia e stress proprio negli studenti che lo utilizzano?
Si parla spesso di quanto la tecnologia possa essere potenzialmente dannosa per i più giovani e si esorta a evitare che usino il telefono e i social sotto i 14 anni, cercando di limitarne comunque l'uso anche dopo questa età. Gli esperti sottolineano che non sono gli strumenti in sé ad essere dannosi, ma l'utilizzo che se ne fa. Lo stesso ragionamento vale per il registro elettronico.
A lanciare, però, l'allarme sono stati tre insegnanti di Bologna, in una lettera inviata a La Repubblica. Per loro il registro elettronico, nato per dematerializzare il classico registro e creare un'interfaccia semplice per far restare in contato famiglie, alunni e docenti, crea ansia proprio nei ragazzi. Lo utilizzerebbero in modo eccessivo e compulsivo, trascorrendo molto tempo su quest'app che viene subito dopo Instagram e TikTok o altri social del momento in termine di minuti trascorsi a navigare o "scrollare".
I ragazzi provano ansia perché vorrebbero conoscere subito i voti di interrogazioni e compiti in classe, ma anche perché sono ossessionati da quella media scolastica aritmetica che di solito è presente nella home di questi strumenti digitali. Ci sono scuole che hanno vietato, nella versione dei ragazzi, di poter accedere proprio alla media, perché il suo consulto continuo creava fonte di stress negli studenti, intenti a fare refresh per vedere possibili aggiornamenti da parte dei docenti.
Sicuramente come per ogni mezzo tecnologico bisogna insegnare ai giovani come si utilizza correttamente, per poterne sfruttare solo i benefici.