Per la prima volta nella storia la dispersione scolastica è scesa in Italia. Con questo termine si indica la percentuale di ragazzi e di ragazze che lasciano la scuola prima di ottenere il diploma. Secondo i dati più recenti, resi noti in occasione del convegno sul "Miglioramento dell'offerta formativa" che si è svolto mercoledì 28 maggio 2025 al Ministero dell'Istruzione e del Merito, la percentuale è scesa sotto il 10%.
Grazie a questo risultato, che comunque ci fa stare indietro nella media europea, ci stiamo avvicinando al traguardo UE che per il 2030 prevede che la dispersione scolastica si attesti al di sotto del 9%. A permettere di ottenere una percentuale così bassa è il dato riguardante le ragazze, che hanno anche risultati migliori della media delle coetanee europee, il 7,1 per cento contro il 7,7%. Per gli studenti di sesso maschile, invece, a livello nazionale la percentuale di chi non arriva al diploma è del 12% (con picchi del 14,5% al Sud, con uno studente su sette che non arriva a dare la Maturità).
Roberto Ricci, presidente dell'Invalsi, in occasione della presentazione dei dati ha spiegato: "La dispersione scolastica è un fenomeno prevalentemente maschile. È così anche negli altri Paesi, ma in Italia lo svantaggio è maggiore. Per questo è necessario mettere in atto delle politiche mirate". Infatti è proprio sugli studenti maschi che bisognerebbe intervenire, secondo gli esperti, con una certa urgenza.
Il fenomeno è decisamente complesso e colpisce le fasce più deboli. Anche territorialmente parlando l'Italia è spaccata in due, con percentuali più alte al Sud, rispetto a quelle che si registrano al Centro e al Nord, anche se il presidente Invalsi ha specificato che esistono comunque realtà preoccupanti anche nelle regioni settentrionali e centrali. Ad essere allarmante è anche la situazione di quegli studenti che arrivano al diploma con competenze scarse o scarsissime sia in italiano che in matematica e in inglese.