DONNE E LAVORO

Cosa fare se il datore nega il part time

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Il datore di lavoro può negare a un dipendente la richiesta di part time?

Il contratto part time può essere chiesto dal dipendente per avere una riduzione di orario, passando dalle canoniche 40 ore settimanali, a un monte ore dimezzato o ridotto. Si applica a tutti i settori e a tutti i tipi di lavori. I contratti di lavoro a tempo parziale possono essere richiesti "in modo orizzontale", con riduzione dell'orario giornaliero di lavoro, o in modo verticale, con una limitazione ai giorni della settimana in cui il dipendente lavora. Può anche essere di tipo misto. Se il datore di lavoro, però, rifiuta la richiesta del suo dipendente, cosa fare?

Richiedere il part time è un diritto del lavoratore: può essere richiesto dopo la maternità o la paternità per dedicarsi di più ai figli, oppure in caso di malattia invalidante o di persona che si prende il carico di essere caregiver di un paziente che ha bisogno di cure. Le caratteristiche sono le stesse del normale contratto di lavoro stipulato tra datore e dipendente, cambiano solo gli orari di lavoro e il monte ore settimanale. Tutti i lavoratori possono chiedere il passaggio da full time o part time, ma sta al datore di lavoro accettare o rifiutare in base alle esigenze lavorative dell'azienda. Esistono, però, dei casi in cui il capo non può non accettare la domanda.

Il datore di lavoro non è obbligato per legge ad accettare un passaggio di tale portata e non può modificare senza il consenso del dipendente il rapporto di lavoro. Deve però accettare la domanda di tempo parziale nei seguenti casi:

  • in caso di malattia grave del dipendente
  • ai lavoratori a cui mancano meno di 3 anni alla pensione
  • in caso di congedo parentale, con contratto a tempo parziale possibile se la riduzione dell'orario lavorativo non scende sotto il 50% (il contratto va trasformato entro 15 giorni dalla domanda)
  • per tutte le dipendenti che hanno subito violenza di genere

La priorità, oltre alle categorie sopra citate, va anche date a dipendenti che assistono persone con disabilità grave e invalidità al 100% o persone con malattie gravi. Se hai presentato domanda e  non hai ottenuto la risposta o hai ottenuto un no, prova a rivolgerti a un sindacato per far valere i tuoi diritti.

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