ADOLESCENZA

Tuo figlio detta legge?

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Oggi i bambini influenzano le scelte degli adulti sull'acquisto di computer, televisori, automobili, cibo.

All'interno delle mure domestiche le grida e i capricci dei bambini rendono impotenti anche i più genitori pazienti. Padre e madre sono diventati arrendevoli davanti ai loro figli per colpa dei loro complessi di colpa, per non dover discutere continuamente con loro o solo per comodità.

La figura del padre all'interno della famiglia è sempre più debole, assomiglia molto più a quella del fratello maggiore o di un compagno di giochi. La madre spesso, sempre più divisa tra famiglia e lavoro, cerca di sopperire alle proprie assenze con atteggiamenti severi conditi da concessione che a volte contrastano con il programma educativo scelto.

Se tuo figlio insiste nell'assumere atteggiamenti autoritari e poco adatti alla sua età devi trovare il modo di ridargli il suo giusto ruolo e spazio all'interno della famiglia. Il bambino ha bisogno di regole per attivare volontà e coscienza, queste regole lo obbligano a creare dentro di sé una struttura che vince l'istinto di vivere la vita senza freni. Queste linee guida diventeranno poi delle abitudini che lo faranno sentire sereno; il loro ricordo lo accompagnerà per tutta la vita e sarà lo stampo con il quale imposterà la sua futura famiglia e il rapporto con il proprio partner.

Le regole da impartire devono essere rapportate all'età del bambino e non devono rispecchiare le stesse norme che ci sono state impartite durante l'infanzia. Quando date un divieto a vostro figlio spiegategli sempre il motivo e precisategli che siete voi a volere tale regola perché lo ritenete giusto e soprattutto mostrategli voi per primi, con l'esempio, qual è il comportamento giusto da adottare. Quando l'esempio e le spiegazioni non bastano più e diventano un ulteriore motivo per fare di testa propria, è il momento di imporre al bambino la propria volontà dicendogli solamente di fare ciò che gli avete chiesto.

Ed ora qualche esempio pratico per risolvere le piccole "guerre" quotidiane tra genitori e figli:

"No, non mi piace questa pastasciutta e non la mangio!"

Una delle prime forme di protesta messe in atto dai bambini riguarda il cibo. Il figlio capisce subito che la madre cederebbe a qualsiasi compromesso purché il piatto venga svuotato ed agiscono di conseguenza. Ed è proprio qui l'errore, non bisogna cedere a compromessi: il cibo è il carburante necessario per vivere, crescere ed avere le energie per affrontare la giornata. Se vostro figlio insiste per non mangiare la pietanza offerta, levategli il piatto senza reagire in modo esagerato e senza rincorrerlo con la forchetta pronta: no a filastrocche, fiabe e aeroplani, mangerà più tardi non quello che lui vuole ma quello che voi decidete. All'inizio la sua protesta si farà sentire ma capirà presto, se i genitori si dimostreranno ferrei, che questa è la regola alla quale lui si deve attenere. Cercate di rispettare i gusti alimentari del bambino ma offrite sempre degli assaggi, senza forzarlo, in modo che possa ampliare i suoi gusti. Se non volete che mangi patatine, merendine, caramelle e bibite gassate non tenetele in casa: questi cibi "proibiti"saranno ancora più apprezzati durante le feste e  i momenti particolari.

"Voglio vestirmi come piace a me!"

Lo stesso comportamento del cibo deve essere adottato con l'abbigliamento. Per non cominciare la mattina con scontri madre-figlia/o sul vestito da mettere, è meglio decidere la sera prima quello che il bambino deve indossare a scuola. Se poi la mattina il bambino proverà a farvi cambiare idea è il momento di imporre l'abbinamento già concordato. Spiegate al bambino che potrà indossare certi capi di abbigliamento nel week-end, durante le visite dai nonni o nelle feste di compleanno dei compagni di scuola. Attenzione a non forzare troppo la mano: lasciategli decidere, per esempio, quale cerchietto mettere sui capelli, il colore delle calze o di altri accessori, questo farà sentire il bambino più coinvolto e partecipe ed accetterà la vostra proposta con maggiore entusiasmo.

"Mamma accendi il televisore, il mio amico Marco guarda sempre i cartoni animati il pomeriggio!" - "Voglio mangiare davanti al televisore!"

Il televisore come il game-boy o la play-station, sono momenti di svago e non vanno inseriti a caso durante la giornata. Durante il pranzo o la cena la televisione deve rimanere spenta e bisogna approfittare di questo momento d'incontro per parlarsi, informarsi sull'andamento della giornata, far partecipe la famiglia di programmi, notizie di attualità o anche di piccoli ricordi. Fate capire al bambino che questi intrattenimenti vanno usati in particolari momenti della giornata e che la regola è di guardare la televisione o giocare al game-boy per un determinato periodo di tempo: ognuno poi deciderà modi e tempi a seconda dell'età del bambino. Ogni tanto fategli una sorpresa: cena a base di toast davanti alla televisione per guardare un nuovo filmato; rimanete con lui a condividere questa piccola gioia vedrete che ne resterà colpito.

Ogni regola deve poter essere infranta in momenti particolari, una festa, una ricorrenza o una giornata nella quale vi sembra particolarmente stanco: avvisatelo che questo cambiamento durerà un tempo limitato e che la regola tornerà in vigore appena la situazione particolare terminerà.

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