PSICOLOGIA

Non siamo uno ma molti

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Chi l'ha detto che quella entità che chiamiamo "io" sia un insieme di caratteristiche definite e stabili nel tempo?

Chi pensa a sé in questo modo corre facilmente il rischio di crollare, presto o tardi, perché non si rende conto che tutta la vita è un continuo divenire e quelli che eravamo ieri già oggi non lo siamo più. E guai se così non fosse, perché saremmo condannati alla staticità.

Perfino le rocce, perfino i cristalli col tempo si modificano e aggiungono sfaccettature alla loro struttura. Per renderci conto di come oggi siamo diversi rispetto a una volta, basta pensare a quando eravamo bambini. Da allora ad oggi, tutte le immagini che formano la nostra storia sono legate da un filo conduttore che fa sì che ci riconosciamo in esse. Indubbiamente però i cambiamenti ci sono stati: mentre il nostro corpo li registra visibilmente, la nostra anima lo fa in maniera più nascosta e segreta.

Cambiano i ruoli, cambiamo noi
Senza andare tanto lontano nel tempo, anche se prendiamo in considerazione quelli che siamo attualmente ci accorgiamo, però, che dentro di noi convivono aspetti diversi e a volte in contraddizione tra loro: a volte siamo aggressivi e altre dolci, in alcune situazioni ci scopriamo deboli e in altre forti, in momenti diversi ci piacciono cose diverse. A seconda delle persone che ci troviamo di fronte modifichiamo i nostri comportamenti: con il direttore in ufficio o con il marito e con i figli a casa, con nostra madre o con le amiche il nostro ruolo cambia e con esso anche il nostro atteggiamento. Tutti questi aspetti concorrono a formare la nostra personalità, che è unica pur essendo complessa e variegata. James Hillman, uno dei massimi psicoanalisti contemporanei, ha sintetizzato quest'idea di molteplicità in una semplice formula: "noi non siamo uno, ma molti."

Non siamo tutti d'un pezzo
Al posto di questa idea poliedrica, forse incoerente ma anche fantasiosa, della nostra personalità, tendiamo in genere a privilegiare un'immagine unica di noi stessi e cerchiamo di mantenerla salda nel tempo. Diciamo "io sono così" un po' per bisogno di stabilità e un po' per abitudine, in modo da evitare di metterci in discussione. Ci sono aspetti di noi che non vogliamo vedere o da cui fuggiamo, perché non rientrano nel quadro che di noi stessi ci siamo fatti. Con il risultato che spesso ci chiudiamo rispetto alle nostre potenzialità. La mancanza di autostima nasce anche dal giudicarci sempre in rapporto a dei parametri consueti che abbiamo assolutizzato, evitando di confrontarci con altre parti di noi stessi, che così ci rimangono sconosciute.

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