Il carnevale di Ivrea 2020 ha già preso il via, anche se il culmine sarà nel mese di febbraio, con quella che è la sua manifestazione più importante, La Battaglia delle Arance. In questa cittadina piemontese il folclore diventa un elemento così importante, da attrarre ogni anno centinaia di persone. Ma vediamo qualche dato importante e i motivi per partecipare.
La Battaglia delle arance è un evento storico. La prima fu nel 1947, ma la sua storia affonda nel Medioevo ed evidenzia al meglio la lotta per la libertà, ma è anche il momento in cui è più alta la partecipazione collettiva: tutti possono prenderne parte iscrivendosi in una delle nove squadre degli aranceri a piedi oppure diventando equipaggio di uno dei 54 carri da getto
Partecipano ogni anno circa 7000 aranceri e 240 sono le arance tirate quotidianamente in media da un arancere nei giorni della Battaglia
È molto bella anche la sfilata: durante la battaglia, per esempio, ci sono 54 i carri da getto. Ma non bisogna perdere il corteo storico.
Carnevale sinonimo di identità. Per gli eporediesi è più di un semplice momento di evasione, una passione e una tradizione antica in cui ritrovare le proprie radici e far rivivere alla cittadinanza un grande rito collettivo fatto di condivisione, agonismo, lealtà, valori come la libertà (dal tiranno) e la fertilità (con l'abbrucciamento degli scarli), senza dimenticare la festa, il divertimento.
È ideale per i golosi: il primo giorno di Quaresima vengono distribuiti polenta e merluzzo in piazza Lamarmora dal Comitato della Croazia, cui fa capo il Bano.
Ci sono bellissimi cavalli: 200 i cavalli protagonisti del Carnevale (144 sono i cavalli in Battaglia e 46 nel Corteo storico. Il nome latino città Eporedia rievoca proprio i cavalli (dal greco Ippos e dal gallico reda) e i carri equestri. Ivrea era infatti una città romana all'imbocco della Via delle Galle, sede di una stazione di posta per il rifornimento e il cambio dei cavalli.
Foto di Jayzza Gallego Garzon da Pixabay
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