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Il cavolo che voleva essere un fiore di Chef in Camicia

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Il cavolfiore è uno degli ortaggi maggiormente coltivati e consumati in Italia

Il cavolfiore è uno degli ortaggi maggiormente coltivati e consumati in Italia.
Si tratta di una varietà di Brassica Oleracea, caratterizzata da un fusto centrale e da una “testa” che rappresenta l’infiorescenza del cavolfiore.
Esistono tantissime varietà di cavolfiore, che dipendono, oltre ad altri fattori, anche dal periodo di raccolta: ci sono infatti varietà precoci, invernali, e tardive.
I cavolfiori inoltre si differenziano anche per il colore: il più comune e conosciuto è sicuramente il bianco, ma ne esistono anche varietà tendenti al verde chiaro, al violetto ed al giallo-aranciato.
Se, tra tutte queste differenze, c’è una certezza, è che il cavolfiore si può consumare nella sua totalità e renderlo sfizioso con pochi passaggio ai fornelli è semplicissimo”


Le foglie esterne del cavolfiore, anche se rappresentano una minima parte dell’ortaggio, sono buonissime perché hanno un sapore ancora più intenso delle infiorescenze ed una piacevole consistenza, molto carnosa. Ciò nonostante, vengono spesso scartate, perchè non si sa che cosa farne. Prima di consumarle, assicuratevi sempre di averle cotte o ancor meglio sbollentate. Sbizzarritevi nell’utilizzarle come involtino, sulla falsa riga degli involtini di verza alla milanese, o come polvere con cui insaporire una pasta, facendole seccare in essiccatore e frullandole. Per i più “gourmet”, c’è sempre la possibilità di sfruttarle per creare decorazioni ad effetto.


Passiamo quindi al fusto centrale del cavolfiore, sicuramente la parte meno saporita, ma non per questo da scartare: una volta separata dalle infiorescenze, la parte centrale si può cuocere in acqua salata, magari tagliata in piccoli cubetti per ridurne il tempo di cottura, a circa 15 minuti.
I cubetti, una volta raffreddati, e si possono aggiungere ad un’insalata, in una pasta, o, perché no, anche conditi semplicemente con olio, sale e aceto per esaltarne il sapore delicato.

Per la parte preponderante del cavolfiore, ovvero i fiori, il consiglio è sempre quello di cuocerli perché la loro resa è sicuramente migliore. La parte più esterna può però anche essere grattugiata finemente per ricavare una polvere da consumare a crudo e ottenerne un interessante spunto sia a livello di consistenza che di sapore. Il cavolfiore da crudo, infatti, assume un carattere molto pungente e quasi piccantino.

 

Se invece siete degli amanti degli estratti e centrifugati di frutta e verdura, il cavolfiore può rappresentare una grande fonte di vitamina C e minerali, oltre ad essere un potentissimo rimedio naturale contro il raffreddore.

Vi suggeriamo di utilizzare il gambo per un centrifugato, e destinare invece i fiori al consumo in cucina, ottimizziamo in questo modo l’utilizzo dell’intero ortaggio in un’ottica antispreco.


Infine, se siete a caccia di una ricetta in cui utilizzare il cavolfiore nella sua interezza, date un’occhiata a questa gustosa ricetta in collaborazione con Chef in Camicia, dove potrete trovare il Cavol(fiore) di Antonio: una vellutata speciale in cui il fusto viene ridotto in crema, i fiori esterni vengono grattugiati e le foglie vengono fatte “croccantare” in forno, a mo’ di chips.

 

 

Le possibilità di sbizzarrirsi con il cavolfiore certamente non mancano. Provatelo anche gratinato come accompagnamento alla pasta o in tempura e lasciatevi ispirare da questo ortaggio tutt’altro che scontato.

 

Scopri le altre ricette in collaborazione con Pril e Nelsen!

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