
La Giornata Internazionale della Famiglia si celebra ogni anno nella giornata del 15 maggio. Proclamata per la prima volta nel 1994 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU), nasce a sottolineare l’importanza della famiglia come luogo delle relazioni affettive, della cura e dell’aiuto reciproco.
Il tema del 2022 è “Famiglie e urbanizzazione”. Anche quest’anno è una buona occasione per parlare in tutto il mondo di famiglie, dei loro bisogni, e della loro evoluzione nel corso degli anni.
I modelli familiari sono molteplici e sia le famiglie tradizionali che le non tradizionali costituiscono un gruppo sociale che crea legami tra gli individui che lo compongono, anche se la Costituzione italiana non le riconosce allo stesso modo.
Nel corso del tempo la forma della famiglia è cambiata e, oltre al modello tradizionale retaggio dalla Chiesa Cattolica, composto da una coppia sposata con partner di sesso diverso e da eventuali figli biologici o adottati, se ne sono aggiunte altre come le monoparentali, costituite da un solo genitore celibe, divorziato o vedovo, le coppie omosessuali, i single con figli, le famiglie ricomposte dopo separazioni, convivenze o divorzi.
Per lo Stato italiano le “nuove famiglie” sono definite “formazioni sociali”. Ma d’altra parte la famiglia non può essere rimasta uguale a se stessa nel corso della storia, e continua ad evolversi.
A cosa serve la Giornata delle famiglie? A concentrarci sui diritti di tutti i tipi di famiglie, a stimolare il governo a sviluppare politiche per creare un ambiente favorevole ai bambini, a riflettere sulle varie realtà familiari.
In tema di diritti fondamentali in Italia, purtroppo, regna un vuoto normativo, in quanto la famiglia viene legittimata solo dal matrimonio. L’ultima riforma del diritto di famiglia risale al 1975, mentre le successive leggi riforma hanno modificato il nostro ordinamento di poco. Un primo passo di svolta per le famiglie moderne e non tradizionali, è arrivata con la legge76/2016 cosiddetta Cirinnà. Ma c’è ancora molto da fare.
Famiglie non tradizionali: quali diritti?