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Peppino Impastato ha scritto delle poesie, le cui suggestioni si uniscono alle sue frasi e al suo operato contro la mafia. Il giovane di Cinisi fu assassinato proprio dalla mafia nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978 e quest’ultima data è il giorno in cui lo ricordiamo.
Peppino Impastato: le poesie
Le parole di Giuseppe Impastato sono raccolte nel libro “Lunga è la notte. Poesie, scritti, documenti”, a cura di Umberto Santino.
Lunga è la notte
e senza tempo.
Il cielo gonfio di pioggia
non consente agli occhi
di vedere le stelle.
Non sarà il gelido vento
a riportare la luce,
né il canto del gallo
né il pianto di un bimbo.
Troppo lunga è la notte,
senza tempo,
infinita.
E venne a noi un adolescente
dagli occhi trasparenti
e dalle labbra carnose,
alla nostra giovinezza
consunta nel paese e nei bordelli.
Non disse una sola parola
né fece gesto alcuno:
questo suo silenzio
e questa sua immobilità
hanno aperto una ferita mortale
nella nostra consunta giovinezza.
Nessuno ci vendicherà:
la nostra pena non ha testimoni.
Nubi di fiato rappreso
s’addensano sugli occhi
in uno strano scorrere
di ombre e di ricordi:
una festa,
un frusciare di gonne,
uno sguardo,
due occhi di rugiada,
un sorriso,
un nome di donna:
Amore
Non
Ne
Avremo.
Appartiene al suo sorriso
l’ansia dell’uomo che muore,
al suo sguardo confuso
chiede un po’ d’attenzione,
alle sue labbra di rosso corallo
un ingenuo abbandono,
vuol sentire sul petto
il suo respiro affannoso:
è un uomo che muore.
I miei occhi giacciono
in fondo al mare
nel cuore delle alghe
e dei coralli.
Peppino Impastato: poesia alla madre
In una scena del film “I cento passi”, si vede Giuseppe Impastato che legge la poesia di Pier Paolo Pasolini “Supplica a mia madre”.
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