FRASI E AUGURI

Fine dell'estate: 5 poesie belle ed evocative

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La selezione delle poesie sulla fine dell’estate

Indice dell'articolo

La fine dell’estate si tinge di malinconia e può diventare metafora di quelle situazioni che si avviano alla conclusione, dello stato d’animo rattristato per la perdita di qualcosa, sentimenti che le poesie sull'estate, che volte al termine, riescono a esprimere. Ma i versi si aprono anche sull’immensità della natura, dell’essere umano e di quello che portiamo con noi della stagione estiva.


Arrivederci fratello mare di Nazim Hikmet

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.


Come Qualche Antiquato Miracolo di Emily Dickinson

Come Qualche Antiquato Miracolo
Quando la Stagione estiva è finita -
Sembra il Ricordo dell'Estate
E le Avventure di Giugno
Una Tradizione senza fine
Come gli Allori di Cenerentola -
O Little John - di Lincoln Green -
O le Gallerie di Barbablù -
Le sue Api hanno un Ronzio fittizio -
I suoi Fiori, come un Sogno -
Ci esaltano - fin quasi a farci piangere -
Tanto plausibili - sembrano -
Le sue Memorie come Canti - Ritornano -
Quando l'Orchestra è muta -
Il Violino riposto nella Custodia -
E Orecchio - e Cielo - intirizziti -


Tra un po’ tutti all’inferno di Patrizia Cavalli

Tra un po’ tutti all’inferno.
Però per il momento
è finita l’estate.
Avanti, su, ai divani!
Ai divani! Ai divani


Tarda estate di Anna Kamienska

Adesso mi chiuderò
in una cella di fieno spinoso
per pensare a tutto dall'inizio

Una foglia una radice una formica una lepre
il mare una nuvola una roccia

Penserò a loro
come un peccatore pensa
ai suoi peccati

Mi chiederò
se rimpiango molto
di non appartenere a una terra verde

Mi chiederò quante volte
non ho chiesto alle radici quale strada prendere

Mi pentirò prima di innaffiare una nuvola
una betulla

Laverò loro i piedi
e curerò le loro ferite

Perché non posso riconciliarmi
con la verde vita frusciante
e dormire tra i sogni mortali

Foglia
insegnami a cadere
sulla terra indifferente


Fine dell'estate di Hermann Hesse

Monotona, sommessa e lamentosa,
scorre tiepida la sera con la sua pioggia,
piangendo tra sé come un bambino stanco
va incontro alla vicina mezzanotte.

L'estate sazia ormai delle sue feste,
tiene la corona nelle mani inaridite
e la butta via - è sfiorita - ,
si china inquieta e vuol farla finita.

Anche il nostro amore era una corona,
un divampare di calde feste estive;
ora l'ultimo ballo lentamente si spegne,
la pioggia cade, gli ospiti sono in fuga.

Ma prima che lo sfarzo appassito
e l'ardore spento ci faccian vergognare,
prendiamo congedo dal nostroe amore
in questa notte cupa.

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