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Family Gap: il carico dei lavori domestici (anche mentale) è ancora sulle spalle delle donne

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Il family gap riguarda ogni famiglia: fondamentale oggi abbattere un divario di genere che non deve più esistere.

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Alla donna spettano i lavori casalinghi e di cura. Mentre l'uomo "porta il pane a casa". Ruoli di genere e stereotipi di vecchio stampo che non riusciamo proprio a scrollarci di dosso, nonostante i traguardiraggiunti dalla nostra società per quello che riguarda la parità di genere, anche tra le mura domestiche. Il quadro che è emerso dall'evento "Family Gap: questioni domestiche, questioni di genere", organizzato da Henkel Italia, in occasione della maratona 4Weeks4Inclusion, svela un'Italia ancorata a modelli del passato, che cerca di cambiare, ma che ancora non riesce a distaccarsi da un immaginario collettivo che rende il divario di genere in casa (e al lavoro) ancora molto profondo.

Lo dimostra la presentazione dei dati della ricerca “Diverse&Inclusive Family – L’evoluzione della famiglia in Italia”, eseguita su un campione rappresentativo composto da 2000 persone con età compresa tra i 18 e i 55 anni, che appartengono alla community dell’online magazine DonnaD, Amica Fidata. Il quadro che è emerso dall'analisi delle risposte date è da un lato incoraggiante per la volontà di cambiamento, mentre dall'altro lato è un po' preoccupante, in quanto la realtà dei fatti è ancora molto lontana dalle aspettative più rosee.

Family gap, il divario in famiglia tra uomini e donne

Durante il live della maratona 4Weeks4Inclusion, gli ospiti presenti hanno analizzato gli aspetti più salienti rilevati dall’indagine. Guidati tra i vari temi dal moderatore Paride Vitale, hanno espresso il loro interessante punto di vista Mara Panajia, Presidente e Amministratore Delegato di Henkel Italia, Michela Murgia, scrittrice, Claudia De Lillo, conduttrice radio e tv e autrice, Aurora Ramazzotti, conduttrice tv e radio, Carlo e Cristian, digital creator e autori del progetto Papà per scelta.

 

Dopo una breve presentazione, ognuno di loro ha commentato i dati salienti emersi dall’indagine, che riguardano in particolare la gestione della casa, la condivisione dei compiti, i ruoli di genere nelle famiglie italiane. Si è parlato a lungo di famiglia tradizionale e di tipologie di famiglie: etichette che oggi non dovrebbero più esistere, ma che continuiamo a usare per raccontare la forma e non la sostanza, come hanno ben spiegato Carlo e Cristian raccontando del loro nucleo famigliare. Oggi i modelli famigliari di riferimento sono molti e ognuno ha il diritto di esistere e di essere riconosciuto. Anche se il modello “tradizionale” è ancora quello dominante. Il concetto di famiglia tradizionale è un fardello pesante che ci portiamo ancora dietro, anche se nel 2022 non dovrebbero più esistere distinzioni tra famiglie di serie A e famiglie di serie B. È un concetto mentale duro da scardinare, soprattutto tra le generazioni più mature, nate e cresciute con un modello che oggi non è l’unico a esistere. Così come è difficile da eliminare ogni preconcetto e pregiudizio che ancora riguarda i ruoli di genere. In casa e fuori.

Famiglie italiane: le aspettative diverse tra le generazioni

Come spiegato da Mara Panajia nella presentazione del progetto, proprio dall’esigenza di inquadrare bene questa situazione è nata l’indagine che ha analizzato i comportamenti delle famiglie italiane, per quello che ad esempio riguarda la suddivisione dei lavori domestici o l’acquisto di prodotti. Partendo dalle aspettative verso il futuro di generazioni che, messe a confronto, non sempre hanno le idee chiare: se, infatti, Millenial e generazione precedente si vedono sposati e con figli tra 10 anni, diverso è il discorso per gli appartenenti alla Gen Z (3%), che fanno fatica a immaginare il futuro tra un decennio e a identificarsi nel concetto di famiglia. Come ha sottolineato Aurora Ramazzotti, in attesa del suo primo figlio e molto vicina a questa generazione, i fattori che portano a questa difficoltà sono diversi.

"È cambiato nell'immaginario collettivo di questa nuova generazione il ruolo della famiglia all'interno della vita. C'è questa voglia di realizzarsi anche dal punto di vista lavorativo, personale, emotivo e anche come coppia. Questa generazione non riesce a visualizzare bene un futuro che gli permetta di costruire delle fondamenta solide per la propria vita. Sono tutti un po' spaesati. Il futuro purtroppo non è più una cosa certa come lo era una volta".

Acquisto di prodotti alimentari: chi lo fa e chi lo dovrebbe fare?

Su un tema quotidiano come l'acquisto di prodotti alimentari, la ricerca svela che aspettativa e realtà spesso non coincidono. Le donne che hanno risposto "dovremmo farlo insieme" sono il 65%, contro il 70% degli uomini. Mentre nella realtà, lo si fa davvero insieme per le donne nel 36% dei casi e per gli uomini nel 51%. Secondo Michela Murgia, è normale che ci sia questa ripartizione, visto che per secoli è stata la donna ad occuparsi della dispensa, perché il suo ruolo è sempre stato di cura e di accudimento.

"I lavori di casa spettavano alle donne perché le donne effettivamente stavano a casa. Oggi che le donne a casa non ci stanno più, sorge un problema di chi fa le cose. In questi dati manca la questione di classe, la differenza di status economico. Una donna si emancipa quando guadagna abbastanza soldi per pagare un'altra donna per fare quello che faceva lei prima. Un uomo si accorge che quel lavoro aveva un valore quando deve pagare una donna che non ha sposato per farlo".

Soldi ed educazione finanziaria, un gap profondo

In merito al rapporto con i soldi, il divario di genere in casa è ancora più profondo. Per il 56% degli uomini i rapporti con la banca andrebbero tenuti insieme, mentre il 50% degli intervistati di sesso maschile ammette di farlo in esclusiva, senza coinvolgere la compagna. Claudia De Lillo è d'accordo sul fatto che i temi finanziari aumentano sempre il gender gap, anche in famiglia.

"Rispetto al sesso, c'è molto di più il tabù dei soldi (...). I soldi sono uno strumento di libertà e di emancipazione non solo per le donne ma anche per gli uomini. Ma gli uomini lo sanno benissimo: per loro lo stipendio è una misura del loro lavoro, del loro potere, del loro valore. Per le donne un grazioso emolumento concesso per grazia dal datore di lavoro, chiedere un aumento è una cosa vergognosa, perché ci sentiamo sempre in colpa e forse perché è un po' una volgarità occuparsi di soldi, chiedere soldi, parlare di soldi".

Michela Murgia aggiunge in merito a questo tabù difficile da eliminare:

"Le donne ritengono di non poter chiedere. Per loro il valore passa attraverso le relazioni, sono educate a pensare questo, i soldi sono un'aggiunta".

Pulire la casa insieme: aspettativa vs realtà

La condivisione dei compiti casalinghi passa anche attraverso la pulizia degli ambienti domestici e l'acquisto dei prodotti utili a mantenerla pulita. Il 66% degli uomini sostiene che le pulizie andrebbero divise, così come il 59% pensa che la stessa cosa andrebbe fatta al momento di comprare i detergenti. Un dato sicuramente ottimo, reso possibile anche dalla comunicazione delle aziende che oggi stanno abituando le famiglie ad accogliere nuovi modelli di ruolo all'interno delle famiglie. Come ha sottolineato Paride Vitale, però, abbiamo imparato prima a considerare l'uomo capace di fare le faccende domestiche e non che la donna possa occuparsi di finanza, soldi, rapporti con le banche.

Mara Panajia, raccontando l'impegno di Henkel nel garantire la parità di genere, sia a livello occupazionale che salariale, aggiunge quanto sia importante che le pubblicità e le aziende:

"Colgano i trend in atto e provino anche a fornire dei modelli che possano veramente evolversi con l'evoluzione della società".

Carlo e Cristian partono proprio dal presupposto che tutti sono importanti e tutti sono indispensabili:

"Probabilmente per il fatto di essere questo modello famigliare contemporaneo e alternativo (in realtà siamo due persone che cercano di fare del proprio meglio), ci siamo suddivisi i compiti secondo le nostre predisposizioni".

E anche i bambini fanno già qualcosa per contribuire, perché, come aveva già precedentemente detto Aurora Ramazzotti, vivendo insieme ognuno deve fare il suo. Qualunque sia il tipo di famiglia.

"Nessun ti amo vale come un ci penso io".

La frase di Michela Murgia riassume alla perfezione un concetto che tutti dobbiamo interiorizzare, uomini e donne, perché spesso sono proprio le donne a non riuscire a delegare, per paura di perdere quel piccolo "potere" ottenuto in casa, che non si rispecchia quasi mai fuori dalle mura domestiche, dove sono gli uomini a essere i protagonisti dei posti decisionali. Invece, imparare a delegare, a condividere, a essere partecipi in casa di tutte le decisioni, le scelte, le mansioni, ecco che questo può essere un ottimo insegnamento da tramandare ai nostri figli, per cambiare effettivamente la società del futuro. Per fare in modo che sia meno discriminatoria per tutti quanti. E per ridurre finalmente il family gap e tutti gli altri divari che non permettono ancora oggi alle donne di poter esprimere tutto il proprio potenziale.

Scopri di più sulla ricerca “L’evoluzione della famiglia in Italia” nel nostro approfondimento.

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