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Otranto da scoprire

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Se per il secondo anno di seguito Otranto ha sbaragliato l'agguerrita concorrenza di centinaia di spiagge italiane, per essere eletta da Legambiente la migliore spiaggia della Penisola, un motivo ci dev'essere.

Il mare incantevole, di rara, cristallina bellezza, che però da solo non basta a spiegare l’eccellenza della città pugliese. Il fascino di Otranto va ricercato infatti anche, se non soprattutto, nei suoi mille altri aspetti: dalla storia millenaria all’originale architettura che la contraddistingue, fino alla singolarissima posizione geografica che da sempre l’ha esposta ai contatti con il Levante d’Oltremare e ai suoi influssi. Per non parlare della natura incontaminata che la circonda, del bel tempo costante, delle tradizioni, della sua calda gente mediterranea…

Un mare di trasparente bellezza
Cominciamo dall’elemento che più di ogni ogni altro contribuisce a richiamare qui migliaia di turisti ogni anno. All’altezza di Otranto, limite estremo orientale dell’Italia, l’Adriatico e lo Ionio si incontrano. Nelle giornate più limpide, a detta dei i pescatori del luogo, è possibile scorgere la linea che separa le placide acque dell’Adriatico da quelle più movimentate dello Ionio. A beneficiarne è la qualità del mare che bagna Otranto, poiché il ricambio d’acqua, copioso e costante, garantisce una purezza e una limpidezza eccezionali. Ecco perché la nostra vista può godere di colori, sfumature e trasparenze che poco o nulla hanno da invidiare a quelli dei più celebrati mari tropicali. Lo spettacolo del mare d’Otranto sotto un nitido cielo estivo e con il fondale perfettamente visibile, ha qualcosa di veramente suggestivo: specialmente per chi ama la vela e il surf!

Il nucleo storico
A terra troviamo la città, detta Porta d’Oriente, l’antica Hidrotum, fondata da coloni greci provenienti da Creta. Il suo centro storico, con la meravigliosa cattedrale del 1080, nonostante le gravi distruzioni subite attraverso i secoli conserva ancora molto dell’antico fascino. Le abitazioni squadrate, spesso con volta a cupola, dipinte a colori vivaci secondo l’uso locale, sono tuttora racchiuse entro le solide fortificazioni che si affacciano direttamente sul mare del porto. Le palme, le strade lastricate, la palle di granito delle bombarde saracene, creano un’affascinante amosfera orientale. Contesa a lungo dai Normanni durante la dominazione bizantina, Otranto passò nelle mani di Roberto il Guiscardo nel 1068. Vide transitare i Crociati diretti in Terra Santa, fu conquistata dai Turchi nel 1480 - che ne massacrarono gli abitanti - e poi dai Veneziani e dai Francesi. Questo continuo passaggio di culture e popoli diversissimi tra loro, attratti dalla posizione strategica della città, ebbe un’enorme influenza sul suo aspetto e sui suoi usi. Così come la ebbe la costante minaccia dei Turchi.

Il Salento
La città si inserisce in un contesto ambientale di grande interesse e di incredibile ricchezza naturalistica: il Salento. Un “triangolo” tra Otranto, S.Maria di Leuca e Gallipoli che si incunea nel Mediterraneo, fatto di macchia mediterranea, uliveti, baie, grotte, insenature, terra arida, cielo azzurro e candore abbagliante delle case. La riserva naturale delle Cesine, vicino Otranto, ospita tartarughe, ricci, tassi, lepri, aironi e svassi, mentre a una decina di chilometri i laghi Alimini, d’acqua salmastra e acqua dolce, accolgono una rara flora palustre e una ricca fauna legata all'ambiente acquatico. Intorno si estende una magnifica pineta. Vertice meridionale del Salento è S. Maria di Leuca con il suo faro e la scogliera le cui grotte sono raggiungibili in barca. Secondo la leggenda vi sbarcò S. Pietro, prima di dirigersi a Roma. All’opposto troviamo Gallipoli, in greco “bella città”, completamente circondata da mura. Vi troviamo un centro storico di stile arabo, con vicoli e viuzze intricate e giardini fioriti, case di tufo dipinte di bianco. Qua e là affiorano vestigia del passato greco e romano, ma per chi vuole andare più indietro nel tempo una visita a Giurdignano è d’obbligo: tra gli ulivi si possono scorgere dolmen e menhir preistorici che mantengono ancora intatto tutto il loro mistero.

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