Il vin brulè è una tipica preparazione invernale, per scaldarsi quando fuori le temperature sono molto basse. In montagna, davanti al camino acceso di un rifugio, oppure in città, quando il termometro sta scendendo tantissimo, ma anche per chi vuole scoprire il mare d'inverno: questa è sempre una bevanda ottimale per ritemprarsi. La ricetta è davvero semplice, ma bisogna sapere quale vino usare per il vin brulè.
La bevanda calda e alcolica si beve in tutta Europa, soprattutto nei Paesi continentali. Si prepara con il vino rosso, al quale si aggiungono spezie ed erbe aromatiche che ne danno sapere. Queste dipendono dal luogo dove si beve il vin brulè, perché ognuno ha la sua tradizione. La base è quasi sempre vino rosso: di solito si usano etichette del territorio, vini morbidi, caldi, ricchi di sapore, che sappiano essere esaltati da spezie ed erbe aromatiche usate per la preparazione.
In Emilia, di solito, si usa il Lambrusco, mentre in Romagna il Sangiovese, così come nelle altre regioni del centro Italia. Al nord si usano altre etichette: ad esempio in Veneto si usa il Cabernet Sauvignon. Andando in montagna, in Trentino Alto Adige, i vini rossi che si possono usare per il vin brulè sono davvero tanti: ad esempio il Pinot Nero può essere un'ottima soluzione. Per chi si trova in Piemonte, invece, la Barbera o il Barolo, così come il Nebbiolo, sono sempre un'ottima base.
Non solo vino rosso, però. Ci sono anche tradizioni che sfruttano anche i vini bianchi. In Veneto si usano, infatti, il Sauvignon Blanc, il Müller-Thurgau e lo Chardonnay. L'importante è usare etichette di qualità e non usare vini scadenti o semplici vini da tavola, puntando su aromi importanti e corposi. Così da esaltare al meglio la ricetta locale di una bevanda calda davvero molto amata durante la stagione più fredda dell’anno.
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