GRAVIDANZA

Ritornare al lavoro senza stress

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Dopo una gravidanza il ritorno ai ritmi lavorativi può essere difficile, ecco come affrontarlo all'insegna del benessere e superando le difficoltà in ufficio.

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Rientro senza problemi

Il rientro al lavoro dopo il più o meno lungo congedo di maternità è sempre un momento stressante e colmo di preoccupazioni per la neomamma. Questo accade perché ci si vede costrette a rinunciare al tempo esclusivo trascorso in compagnia del neonato e a riprendere il talvolta stressante ritmo lavorativo fatto di tempi stretti e rapporti non sempre facili con i colleghi.
Dopo aver vagliato tutte le possibilità offerte per legge, come il congedo facoltativo, per dedicarsi completamente al bambino qualche mese in più, arriva per tutte il momento di rientrare a pieno ritmo nei propri doveri e impegni lavorativi affrontando lo stress giornaliero e riabituando corpo e mente ad una nuova routine fatta, per lo più, di compromessi.

Il principale ostacolo è rappresentato dalla sensazione costante, una volta rientrate, di essere ‘rimaste indietro’ e di non riuscire più a restare a passo con le novità apportate nell’ambiente lavorativo. Non abbattersi è il primo passo per recuperare le energie e tornare ad essere parte integrante del progetto complessivo.

Come fare?

> Tenersi informate su ciò che è successo in ufficio in vostra assenza, studiando i nuovi progetti e chiedendo informazioni ai colleghi.
> Dimostrarsi sempre disponibili ad affrontare nuove tematiche, problemi e cercare soluzioni immediate ai progetti  più complessi, iniziando, dunque, dai casi più gravosi.

I tuoi spazi protetti

Il benessere complessivo, una volta rientrate, si rivela raggiungibile solo una volta imparato a gestire il giusto equilibrio tra i ruoli. Tornare al lavoro non vuol dire dimenticare di essere, prima di tutto, una madre con esigenze e tempi differenti da prima della tua assenza.
Questo non vuol dire rinunciare a priori ad un atteggiamento positivo e propositivo, ma consiste nel far intuire al tuo capo e colleghi che le tue esigenze sono cambiate, pur non essendo mutata la tua disponibilità ed efficienza sul lavoro.

Come fare:

> Anticipa preventivamente le tue esigenze a capo e colleghi richiamando la necessità di una maggiore flessibilità sui permessi, soprattutto in caso di malattia del piccolo che, comunque, è garantita per legge.
> Alternati il più possibile con il tuo partner per andare a prendere il piccolo dai nonni, all’asilo o dalla baby sitter, in modo tale da poterti dedicare, eventualmente, a qualche ora di straordinario in più durante la settimana, se ce ne fosse la necessità.
> Assicura il tuo capo sulla tua completa reperibilità in caso di uscita anticipata e ricorda di tenere acceso il tuo smartphone, magari scegliendo di rispondere alle mail ed evitando le telefonate quando sei con il piccolo.
> Ricorda che, anche se sei madre, non tutti i tuoi colleghi saranno piacevolmente allietati dai tuoi discorsi su poppate notturne e cambio di pannolini. Prima di intavolare questi argomenti, dunque, aspetta che siano loro stessi a chiedere informazioni.
> Prenditi le tue piccole pause per bere un caffè, come facevi prima, e mentre lo fai chiama in tutta tranquillità a casa per sapere come sta il piccolo e per mantenere un filo diretto con la quotidianità del tuo ruolo di madre.

Serenità e impegno

Si chiama “stress da lavoro correlato” ed è una sindrome che scopre una sinergia esistente ed inevitabile tra lavoro e gravidanza. A soffrirne, però, non sono soltanto le neomamme, ma anche i colleghi delle stesse costretti a sobbarcarsi competenze, compiti e ruoli che non competono loro per sopperire all’assenza della donna durante il congedo di maternità.
Secondo i dati statistici il 60% delle donne che va in maternità non viene sostituito a causa delle politiche austere di bilancio aziendale e quando questo avviene la propria sostituta viene spesso vista dalla neomamma come una minaccia.

Quest’atteggiamento è totalmente controproducente perché contribuirà ad un irreversibile isolamento della propria figura professionale che, invece, dovrebbe considerare la sostituta come una vera e propria guida per far fronte alle scadenze e per apprendere quanto successo in ufficio nel periodo dell’assenza.
Un periodo di aggiornamento, una volta rientrata, potrà rivelarsi indispensabile e utilissimo a recuperare fiducia e un ruolo di competenza abbandonato con la gravidanza. Dimostrati interessata e proattiva e proponi tu stessa al tuo capo un corso che ritieni particolarmente utile da conciliare con i tuoi impegni lavorativi e le scadenze.

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