PRIMA INFANZIA

Un bambino di troppo

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Latte e pappe da preparare, pannolini da cambiare, ninna nanna da cantare, bagnetto da fare e chi ne ha più; ne metta!

La giornata adesso inizia prima dell’alba, finisce a tarda notte e spesso non c’è neanche un attimo di tregua per recuperare le forze prima di ricominciarne un’altra. Da quando è arrivato lui, il piccolo tanto atteso, i ritmi della tua vita sono proprio cambiati. Sì, di certo riempie la casa di gioia e fa la felicità dei nonni ma a volte complica non poco la vita dei neogenitori! Gli effetti della sua presenza sul rapporto di coppia, infatti, non si fanno attendere a lungo. Nei suoi studi lo psicologo americano Jay Belsky sostiene che il passaggio da due a tre provoca nella maggior parte dei casi una vera e propria rivoluzione con effetti talora devastanti.

In particolare, per la mamma il puerperio è un periodo con tante insidie da affrontare. Passata l’euforia iniziale, la assillano i quesiti sulla salute e il benessere del bambino e viene sottoposta ad uno stress che ogni giorno la mette a dura prova. Il suo stato d’animo è del tutto particolare: può cadere in depressione, scoppia in lacrime senza motivo (le nostre nonne definivano “lacrime del latte” i pianti delle mamme che allattano) e si alternano momenti di inspiegabile entusiasmo a crisi isteriche. Questi continui sbalzi d’umore e la malinconia non dipendono, però, solo da ragioni psicologiche.

Entrano in gioco anche complicati meccanismi di tipo biologico. La maternità, infatti, porta con sè una grande trasformazione interiore. L’assetto ormonale cambia in modo considerevole. Gli estrogeni, responsabili del nostro umore, poco dopo il parto raggiungono il loro minimo (soprattutto se la donna allatta); come se non bastasse, il ferro scarseggia e la prolattina, l’ormone inibitore del desiderio, è alle stelle. Se poi al momento del parto ti viene fatta un’incisione (episiotomia) a livello dei genitali esterni e questa non si è ben cicatrizzata, si aggiunge anche un dolore persistente che aumenta durante il rapporto. Risultato: il desiderio cala o perfino sparisce, per accendersi di nuovo solo 3-6 mesi dopo il parto!

Anche per lui le cose non sono facili. Scoprirsi padre per la prima volta non è certo una passeggiata. Aumentano impegni e responsabilità da condividere, ma nella coppia la complicità -ahimè- diminuisce. Se poi la mamma fa coppia fissa col bambino è inevitabile sentirsi trascurati. Segni di questo disagio interiore sono irritabilità, nervosismo, depressione e disturbi del desiderio (in alcuni casi anche problemi di erezione ed eiaculazione precoce). A volte può succedere che si trasformi addirittura in “mammo” e che, per essere a completa disposizione del bimbo, ignori del tutto le tue esigenze e ... si dimentichi del sesso.

Se nei primi tempi questa strana situazione che si è venuta a creare non deve allarmare più di tanto è bene, però, non sottovalutarne i rischi per il futuro e, per quanto è possibile, correre ai ripari.

  • Per la mamma un primo aiuto può venire dagli integratori alimentari (ferro, acido folico, magnesio) per correggere eventuali anemie;

  • per combattere la secchezza vaginale particolarmente indicati sono gli estrogeni per uso locale, a basse dosi per non interferire con l’allattamento; l’ideale è poi parlarne con il tuo ginecologo che potrebbe consigliarti qualche prodotto per rimetterti in forma;

  • per ridare elasticità e sensibilità ai muscoli perivaginali potresti fare, assistita dal ginecologo, una serie di esercizi di contrazione dei muscoli;

  • infine, per alleviare il dolore che senti durante il rapporto applica tre volte al giorno dell’olio di iperico e massaggia per cinque minuti sulle cicatrici non ancora ben chiuse.

    Le medicine, però, mai come in questo caso non bastano! Fondamentale all’interno di una coppia, soprattutto se giovane e alle prese per la prima volta con la cosiddetta “crisi trasformativa del diventare genitori”, è il dialogo. Parlare, trovare un accordo, capire le esigenze del partner senza rimandare i chiarimenti è una tappa obbligata per ritrovare l’intesa perduta. Poi non dimenticare che esistono anche le baby-sitter o, ancora meglio, i nonni, di solito sempre pronti e disponibili a darvi una mano. Ogni tanto staccate un po’ la spina e cercate di avere un momento tutto per voi, di ritagliare degli spazi solo vostri per scambiarvi coccole, parlare e ritrovare la complicità.

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