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Come si lava la lana: i consigli per mantenere i capi in salute

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Laviamo i nostri capi in lana in modo delicato ed efficace per tutelarne la bellezza

In inverno i maglioni e le sciarpe in lana sono i nostri migliori amici, pronti a tenerci al caldo quando fuori imperversa il classico clima rigido del periodo. Ma in cambio dei loro servigi, questi capi ci chiedono un po' di cure e attenzioni, in quanto le fibre tessili di cui sono fatti sono molto delicate e rischiano di rovinarsi facilmente.

I peggiori nemici della lana sono principalmente tre e sono l'umidità, le tarme e i lavaggi sbagliati. Se le prime due situazioni possono essere risolte tenendo i capi in luoghi asciutti, riponendoli, durante il cambio di stagione, in contenitori con prodotti che tengano alla larga le antipatiche farfalline, per la terza è importante avere qualche accortezza regolare.

Se ci stiamo chiedendo come si lava la lana per evitare che si infeltrisca, faccia i pallini o si rovini, la risposta è molto semplice. Tutto quello che può nuocere ai nostri capi, così come quello che invece è concesso, lo troviamo sulle etichette interne degli indumenti, che vanno seguite alla lettera.

Solitamente i capi in lana prevedono il lavaggio a mano o quello a secco. In quest'ultimo caso dovremo necessariamente affidarci ad una lavanderia, quindi, per una questione di costi (ma anche di uso di prodotti chimici), è bene limitare questo tipo di pulizia ad una tantum o prevederla solo per gli indumenti che non ci lasciano alternative.

Se la nostra lavatrice ha un programma lana/delicati e riporta il simboletto della Woolmark Apparel Care, significa che il ciclo per capi pregiati è stato testato ed è risultato sicuro. In questo caso ci basterà inserire i capi nel cestello, girati al contrario e preferibilmente imbustati in una federa di cotone, avviando il macchinario, debitamente caricato con detersivo per lana e ammorbidente.

In tutti gli altri casi, per non rischiare di ritrovarci con un maglione ristretto o una sciarpa rovinata, dovremo preferire il lavaggio a mano. Riempiamo una tinozza con acqua fredda e immergiamo l'indumento, lasciandolo in ammollo per una decina di minuti, riducendo così il rischio di infeltrimento durante la pulizia vera e propria.

Per lavare la lana dovremo riempire un catino con acqua tiepida, a temperatura mai superiore ai 30° C, dove avremo già disciolto un misurino scarso di detersivo per lana e delicati. Immergiamo il maglione e accertiamoci che il detergente vada su tutta la superficie, girando spesso il capo.

Dopo qualche minuto di ammollo e giri, appallottoliamo il capo e tiriamolo fuori dalla bacinella. In questo modo eviteremo che il peso dell'acqua possa far tendere troppo le fibre. Spingiamo l'indumento appallottolato contro il bordo del lavandino per eliminare l'acqua saponata.

A questo punto passiamo al risciacquo della lana. Usiamo sempre una bacinella, stavolta colma di acqua fredda per sciacquare il capo, appallottoliamolo nuovamente per strizzare via l'acqua in eccesso. Continuiamo così, con acqua sempre pulita, fino a quanto il maglione non è privo di sapone.

Assorbiamo l'acqua residua dal maglione con degli asciugamani in spugna e poi lasciamo il nostro capo disteso su un piano o sull'asse dei panni, entrambi da foderare con un telo asciutto. La lana dovrà asciugare in modo naturale, senza l'uso di asciugatrici.

Per stirare le fibre, usiamo semplicemente le mani quando il tessuto è ancora umido. In questo modo non dovremo usare un ferro da stiro, che potrebbe rovinare la trama. Se non possiamo farne a meno, stiriamo a basse temperature, tenendo in mezzo un panno di cotone.

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