Settembre segna per molti la fine della pausa estiva e il ritorno alla vita di tutti i giorni, tra impegni di lavoro, scuola e routine domestica. È il momento ideale per non lasciarsi travolgere solo dagli obblighi, ma per portare nella nuova stagione abitudini sane e rigeneranti. Un modo semplice ed efficace è continuare a dedicare tempo alla natura: un’attività che fa bene al corpo e alla mente, con benefici dimostrati da numerosi studi scientifici.
Camminare all’aria aperta, passeggiare nei boschi, curare il giardino o fare un giro in bicicletta sono gesti che aiutano a ridurre lo stress, migliorare l’umore, aumentare la concentrazione e, allo stesso tempo, rafforzare il sistema immunitario, abbassare l’ipertensione e ridurre il rischio di depressione e disturbi mentali. In una parola: promuovere la longevità e prevenire le malattie.
Il verde che aiuta la memoria e migliora l’umore
Negli ultimi decenni, diversi studi hanno dimostrato come le passeggiate nei boschi possano generare benefici per la salute mentale. Camminare è un movimento ritmico costante, e questo stimola il cervello a produrre onde theta — associate a miglioramenti nella memoria, nelle abilità cognitive e nell’umore. Anche l’attenzione beneficia dell’immersione nella natura, molte ricerche hanno infatti dimostrato che le persone ottengono risultati migliori in termini di concentrazione: chi ammira paesaggi naturali ottiene risultati migliori rispetto a chi osserva scenari urbani.
E se in settimana non è possibile una “full immersion” nel verde, basta portare un po’ di natura in ufficio: le piante da interni migliorano le prestazioni lavorative e la sensazione di benessere.
Relax per il cervello
Non solo passeggiate. Anche la sola contemplazione di un bel panorama naturale riduce il rischio di depressione, e passare del tempo vicino all’acqua (mare, laghi, fiumi) può avere un effetto ancora più rigenerante. Il perché di questo fenomeno va rintracciato nella cosiddetta “teoria della rigenerazione dell’attenzione”. Quando – per motivi di studio o di lavoro – dobbiamo concentrarci sui compiti da svolgere, compiamo un grande sforzo cognitivo, che possiamo sostenere solo per un breve periodo prima di sentirci mentalmente affaticati. Questa stanchezza mentale è collegata a una minore capacità di autocontrollo e a problemi di salute come obesità e depressione. La natura offre invece quella che viene definita una “fascinazione dolce”: la nostra attenzione è catturata da quello che ci circonda in modo leggero e senza richiedere sforzi. Questo, a sua volta, riduce lo stress e rigenera le riserve cognitive, come dimostrano le immagini del cervello che evidenziano una riduzione dell’attività nei lobi frontali e la produzione di onde cerebrali a bassa frequenza, associate a creatività e meditazione.
Natura, potente antistress naturale
Alcuni studi dimostrano che sono sufficienti solo venti minuti di esperienza nella natura per ridurre in modo significativo i livelli di cortisolo, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali in risposta a situazioni stressanti, sia fisiche che psicologiche, e che aiuta l’organismo a reagire alle minacce, ma che a livelli elevati può avere effetti negativi sulla salute, aumentando il rischio di malattie come diabete, problemi cardiovascolari e depressione. Oltre i venti minuti di immersione nella natura, i livelli di cortisolo si abbassano a un ritmo più elevato. Dopo questo intervallo, i benefici antistress continuano ad accumularsi, ma a un ritmo più lento.
Una passeggiata di mezz’ora o un momento di relax all’aperto fanno già la differenza. Prolungare queste esperienze, anche nei weekend di settembre, aiuta a mantenere il benessere psicofisico a lungo.
Il potere dei sensi: udito e olfatto ci vengono in aiuto
Anche suoni e odori hanno un effetto benefico sulla salute mentale. Uno studio australiano, per esempio, ha scoperto che chi ascoltava suoni come il canto dei grilli e il frangersi delle onde otteneva risultati migliori nei test cognitivi più impegnativi rispetto a coloro che ascoltavano suoni tipici della città, come il traffico o il rumore di un bar affollato. I profumi che percepiamo durante una passeggiata in un bosco, invece, hanno dimostrato di avere effetti benefici sull’umore e in generale sulla salute. Gli alberi rilasciano infatti composti organici volatili (i cosiddetti VOC) per attrarre impollinatori e respingere animali indesiderati, e queste sostanze chimiche influenzano anche la nostra biologia. Ad esempio, l’alfa- e il beta-pinene, prodotti da alberi come l’abete rosso o il pino silvestre, hanno un’azione antinfiammatoria, abbassano la pressione sanguigna e riducono gli ormoni dello stress.
Come gli odori riescono a curare mente e spirito
Non serve vivere in un bosco: basta allenare l’olfatto quotidianamente. Per ricavare benefici basta anche soffermarsi ad annusare il profumo dei fiori durante una passeggiata in un parco cittadino o delle erbe aromatiche in bella mostra su una bancarella al mercato. Così si mantiene l’olfatto in allenamento: non importa quali odori si inseriscano nella propria camminata, purché siano piacevoli, più ce ne sono, meglio è. Annusare 40 odori diversi ogni giorno, dice infatti una ricerca dell’Università della California, può migliorare i sintomi della demenza, mentre l'esposizione a diversi odori durante la notte può rafforzare le capacità cognitive e migliorare la salute delle aree cerebrali coinvolte nella memoria. Questo "arricchimento olfattivo", dicono gli studiosi californiani, aumenta l'attività del fascicolo uncinato, un percorso coinvolto nella memoria e nel linguaggio che si deteriora con l'età avanzata e soprattutto nelle persone con malattia di Alzheimer. Potenziando quest'area fornendo al cervello un'abbondante stimolazione olfattiva proteggerebbe da questo declino.
Più difese immunitarie e cuore in salute
Il contatto con la natura rafforza anche le difese del corpo. In Giappone gli scienziati hanno analizzato gli effetti di brevi soggiorni nei boschi sull’attività del sistema immunitario. I partecipanti allo studio hanno fatto un viaggio di 3 giorni e 2 notti in aree forestali, durante i quali i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue e urina, per misurare il numero e l’attività delle cellule natural killer (NK), un tipo di globuli bianchi in grado di riconoscere e distruggere cellule tumorali o infettate da virus, valutando anche il numero di linfociti e il livello di adrenalina in circolo. I risultati sono stati poi confrontati con quelli di una normale giornata lavorativa in città. Ebbene, durante il soggiorno a contatto con la natura, il numero delle cellule NK era più elevato, così come la loro attività, mentre l’adrenalina nelle urine era più bassa, sia negli uomini che nelle donne. Questi benefici sono continuati per oltre un mese dopo la fine dello studio.
Anche l’apparato cardiovascolare può trarre beneficio dal contatto con la natura, dice la scienza. Una meta-analisi su oltre 140 studi internazionali mostra infatti come una maggiore esposizione agli spazi verdi sia associata a una riduzione della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna diastolica, ma anche del colesterolo, del rischio di diabete di tipo 2, e in generale a una minore mortalità per cause cardiovascolari, come infarto e ictus. Le attività all’aperto, insomma, favoriscono una regolazione naturale del sistema cardiocircolatorio, invogliando al movimento e quindi alla prevenzione di obesità e malattie cardiache. Sicuramente un motivo in più per inserire momenti di verde nella propria settimana, anche in città.
Settembre è il momento giusto per decidere di non “archiviare” le buone abitudini estive. Portare la natura dentro la propria routine, anche solo per pochi minuti al giorno, può essere il segreto per affrontare con più energia, serenità e salute il ritorno alla quotidianità.