La tendenza ad accumulare oggetti, soprattutto quando diventa eccessiva o patologica, è conosciuta come Disturbo da Accumulo (o Disposofobia) ed è un fenomeno complesso con cause multifattoriali che possono includere:
Fattori psicologici
- Difficoltà a liberarsi degli oggetti: la persona prova un forte disagio, ansia o angoscia al pensiero di buttare via qualcosa, indipendentemente dal suo valore reale.
- Credenze disfunzionali sugli oggetti: spesso, l'accumulatore attribuisce agli oggetti un valore sentimentale, strumentale o estetico esagerato, credendo che:
- Deficit nelle abilità di processamento dell'informazione: possono esserci difficoltà in aree come la memoria, il processo decisionale (incapacità di decidere cosa tenere o buttare) e la categorizzazione degli oggetti.
- Attaccamento agli oggetti come compensazione: in alcuni casi, gli oggetti vengono vissuti come una fonte di sicurezza e benessere emotivo, un modo per colmare carenze affettive, insicurezze o solitudine.
- Perfezionismo: alcuni possono temere di prendere la decisione "sbagliata" buttando via qualcosa di potenzialmente utile.
Fattori emotivi
- Eventi stressanti o traumatici: l'insorgenza del disturbo può essere scatenata da eventi di vita difficili, come un lutto, un divorzio, un licenziamento o altre esperienze traumatiche. L'accumulo può avere una funzione rassicurante.
- Scarsa capacità di gestire o riconoscere le proprie emozioni.
- Isolamento sociale: le persone con Disturbo da Accumulo tendono spesso a isolarsi, e l'accumulo diventa un paradosso: si cerca conforto negli oggetti, ma ci si allontana dagli altri.
È importante sottolineare che la tendenza a collezionare o conservare ricordi è un comportamento molto comune e non patologico. Si parla di Disturbo da Accumulo solo quando la difficoltà a separarsi dai beni è persistente e l'accumulo compromette significativamente l'uso previsto degli spazi vitali (la casa diventa ingombrata) e causa un disagio clinico o compromissione del funzionamento sociale o lavorativo.