Ebbene la perfezione ti sta proprio a pennello! Ma attenta farsi prendere la mano è facile : la perfezione assoluta rischia di far perdere l’obiettivo finale e di renderti infelice perché nulla ti appare fatto bene o bello abbastanza!
Ed allora impariamo a rilassarci un po’ e cerchiamo di capire che a volte imperfezione non vuol dire trascuratezza ma può invece portare ad una maggiore felicità.
In primo luogo prova a chiederti perché sei spinta a cercare la perfezione a tutti i costi : molto spesso, infatti, la consapevolezza che un atteggiamento perfezionista possa portare a molti successi sia sul lavoro che nella vita quotidiana, fa sì che il nostro atteggiamento venga condizionato da tale pensiero. Riconoscere che quindi la nostra pignoleria non è innata ci aiuta a capirla meglio.
In secondo luogo, nel tuo lavoro così come nelle relazioni sociali, cerca di non seguire solo i particolari perché così facendo rischi di trascurare la visione d’insieme che è invece molto importante.
Sul lavoro ad esempio non cercare di affrontare più problemi nello stesso tempo, ma focalizzati su un compito: vedrai che così facendo riuscirai a dosare meglio la concentrazione e non ti troverai a secco di energia perché eviterai dispersioni inutili.
Non soffermarti troppo a lungo su un solo lavoro, ma completalo velocemente e lascialo stare per almeno un’ora. Ricontrollalo solo dopo cercando di aggiuntare quello che hai fatto senza aggiungere nulla : vedrai che, così facendo, riuscirai ad ottenere risultati migliori.
Ed ogni tanto lasciati andare al "così-così". Imponiti di fare ogni giorno una cosa imperfetta: sarai meravigliata nel vedere che ciò che per te è appena sufficiente, gli altri potrebbero considerarlo eccellente.
E ricordati che "nessuno è perfetto" e, come dicevano le nonne, "non tutte le ciambelle riescono col buco"... E chi ha detto che quelle senza buco non siano squisite?
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