Tacendo a volte si entra più profondamente in contatto che con mille parole perché si lascia spazio ai gesti e alle sottili vibrazioni che intercorrono tra le persone. Tacendo ci si può mettere all'ascolto dei sentimenti propri e di quelli altrui.
Troppo spesso invece nelle conversazioni le parole diventano uno schermo che impedisce la vera comunicazione, perché le persone si ritrovano a dire esattamente quello che gli altri si aspettano da loro. Il bisogno di compiacere, le formalità, i doveri, il disinteresse, fanno sì che vengano spesi fiumi di parole intorno al nulla, solo per simulare una partecipazione in realtà non vissuta. Prima di parlare, si può provare a mettersi in ascolto del proprio silenzio, cioè della propria parola autentica, e anche del silenzio dell'altro, cioè di ciò che ci vuole dire veramente. Nel silenzio possiamo diventare più consapevoli.
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