SALUTE

Osteoporosi, rinforza le ossa in menopausa

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L’osteoporosi consiste in una progressiva diminuzione della resistenza delle ossa, ecco come correre ai ripari.

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I limiti dell’età

Quando il tuo nipotino, al parco, si fionda come un pazzo da un’altalena all’altra, e ti chiama, pretendendo di giocare a guardia e ladri, ti capita spesso di non riuscire a reggere lo sforzo fisico, pur desiderando tantissimo la compagnia del piccolo.

L’osteoporosi è una patologia dell’osso tipica dell’età senile e dell’epoca post menopausale. È dovuta, principalmente, al riassorbimento del calcio da parte dell’organismo, che porta ad un aumento della “fragilità dello scheletro”, cosa che fa crescere il rischio di fratture.

I fattori di rischio

L’osteoporosi presenta dei fattori di rischio, alcuni non modificabili (l’età avanzata, la menopausa precoce, l’amenorrea) altri, invece, sì. La ridotta attività fisica, la scarsa assunzione di Calcio e Vitamina D, il fumo e l’ abuso di alcool e caffè, sono proprio alcuni esempi che rientrano in quest’ultima catalogazione.

Sport, dieta e igiene di vita sono i fattori con i quali bisogna intervenire nella vita dei soggetti dopo gli ‘anta’ per prevenire questo totale abbandono delle forze fisiche, fattore che, molto spesso, porta all’abbattimento morale e allo sconforto.

L’attività fisica

L’attività fisica è importantissima, ma, soprattutto negli anziani, deve essere cauta e graduale. Il movimento, infatti, stimola la produzione di osteoblasti, le cellule che generano nuovo tessuto osseo. Non solo, lo sport mantiene un buon tono muscolare: una garanzia in più per le ossa, che si mettono al riparo da possibili fratture.

Nelle prime settimane basteranno circa 15 minuti di esercizi due volte al giorno, per giungere nell’arco di un mese a due sedute da 40 minuti. Gli esercizi non devono essere di potenza, ma di destrezza e di controllo motorio.

La dieta ideale

Per quanto riguarda la dieta, sarà bene tenere controllato l’apporto di calcio, attraverso l’assunzione di latte e latticini. Non solo, forse non lo sai, ma anche alcune acque minerali possono risultare ricche di calcio.

Anche il controllo dell'apporto di alimenti ricchi in ossalati è importante per favorire l'assorbimento di calcio. Gli ossalati sono dei sali di calcio presenti in numerosi alimenti (spinaci, rape, legumi, prezzemolo, pomodori…), che impediscono l’assorbimento di calcio. Per evitare una carenza di calcio, che potrebbe favorire l’osteoporosi, è importante non associare cibi ricchi di ossalati ad alimenti contenenti calcio.

La vitamina D

La prima novità che riguarda una cura efficace all’osteoporosi si riferisce ai farmaci a base di vitamina D, che aiuta a fissare il calcio nelle ossa. Medicinali già conosciuti, ma che recentemente sono stati rivalutati. Due recenti studi, infatti, hanno scoperto che più della metà delle ultracinquantenni ha livelli insufficienti di vitamina D nell’organismo. È proprio la carenza di questa sostanza uno dei fattori che accelera l’osteoporosi.

Per garantire all’organismo una dose completa di questa vitamina, inoltre, è indispensabile anche l’esposizione graduale al sole. La luce solare è fondamentale per il metabolismo della vitamina D: via libera, dunque, alle passeggiate all’aperto, facendo attenzione, però, alle scottature.

La soia

Studi recenti affermano che la soia si rivela inaspettatamente un’ottima alleata nella lotta contro l’osteoporosi. L'effetto "protettivo" della stessa sarebbe ascrivibile alla presenza di un particolare isoflavone: la genisteina.

In che modo la genisteina esplicherebbe la propria azione positiva sullo scheletro? Questa sostanza, che è dotata di proprietà simili agli estrogeni, è in grado di regolare positivamente il metabolismo osseo: permette, infatti, di incrementare la densità minerale ossea, favorendo la neoformazione e la crescita del tessuto osseo.

Questi risultati non fanno che confermare quanto si era già ipotizzato in passato: ovvero che il miglior adattamento agli squilibri ormonali della menopausa che caratterizza le donne orientali (soprattutto giapponesi) rispetto alle occidentali fosse associabile al loro diverso regime alimentare. E in particolare all'abbondante consumo di soia, uno degli ingredienti chiave della tradizione gastronomica orientale.

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