PSICOLOGIA

Libera l'anima con l'outing

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C'è qualcuno che ha passioni, piccole manie o hobby, scelti sulla base dei propri gusti, che non otterebbero mai l'approvazione degli altri. Fare outing e sfogarsi toglie i pesi dell'anima

I mass-media e le mode promuovono e celebrano solo determinati comportamenti e costumi, spacciati come tendenze, e bocciano tutto il resto che immancabilmente viene biasimato, criticato, bollato. Avviene così che qualcuno vive tenendo sempre nascosti comportamenti e gusti che sarebbero giudicati male anche dai famigliari e dal partner. Niente di illegale o perverso, s’intende! Cose banalissime, eppure capaci di suscitare la disapprovazione generale, quali ad esempio: detestare la pittura impressionista, non amare il sushi o altri cibi alla moda, non conoscere la musica ambient, e i film di Bertolucci. Cose come non amare viaggiare, non sapere cosa sono feng shui e shiatsu o trovarli noiosi, provare autentico disinteresse per gli animali domestici, il volontariato, l’ecologia, i libri di Susanna Tamaro. E magari apprezzare i dischi di Toto Cotugno, o le commedie all’italiana degli anni Settanta.

Ma da un po’ di tempo qualcuno ha capito che vergognarsi di simili inezie, e cercare di tenerle celate a chi ci conosce, è un gioco che non vale la candela. Perciò ha deciso di dirlo, di rivelare gusti biasimevoli e peccatucci che costellano le sue giornate, uscendo allo scoperto. Fare outing, appunto. E farlo in maniera teatrale, magari invitando gli amici a casa e confessare di fronte a tutti le proprie debolezze, senza reticenze. Il motivo che spinge a simili azioni? Spesso è la voglia di stupire lasciando tutti a bocca aperta, oppure è il desiderio di trasgredire alle regole, sulla scia di qualche star di Holywood che ha confessato di essere omosessuale o di avere problemi con l’alcool o con il cibo o altro ancora. Confessioni che in un primo momento spiazzano, ma che poi conferiscono a chi le ha fatte una luce più umana e simpatica.

Talvolta però il motivo che genera l’outing è più profondo e nobile come quando assume una valenza terapeutica: confessare per liberarsi di un peso, per liberarsi dai pudori o da qualche inibizione che ci condiziona. Per Corinna Cristiani, psicologa e docente all’Università di Milano Bicocca, fare outing può essere un modo per affermare il nostro diritto a ribellarci a rigidi schemi e regole che ci vengono imposti continuamente. A costo di rimetterci in termini di popolarità all’interno della nostra cerchia di conoscenti, parenti, amici. In fondo è un’autoffermazione salutare che aiuta a ritrovare noi stessi, a sentirci più autentici, con conseguenze a volte migliori di quelle che si potrebbe immaginare. Non è detto infatti che chi ci conosce reagisca male venendo a scoprire i nostri altarini, ma è anzi possibile scoprire in lui una comprensione e una complicità insospettate.

È importante, tuttavia, non esagerare. Se lasciarsi andare a qualche confidenza con una collega può rendere più profonda la relazione con lei, il rapporto non deve fondarsi soltanto su questo registro. Dare voce alle proprie ‘verità nascoste’ è segno di maturità, ma soltanto se ci rende consapevoli che non possiamo sempre soddisfare le attese che gli altri hanno verso di noi. Soprattutto, bisogna valutare bene la persona che si ha davanti. È specialmente nel rapporto di coppia e nell’amicizia che può far bene concedere qualche confessione inammissibile, dando avvio ad un circolo virtuoso. Il coraggio per confessare? Lo si trova nella consapevolezza che è davvero importante essere accettati per quel che si è, difetti e mancanze inclusi, gusti originali compresi!

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