NEONATO

Le piante di casa

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Come riconoscere le piante più pericolose e prevenire i piccoli inconvenienti domestici per il tuo bambino.

Indice dell'articolo

La scelta delle piante con cui adornare i nostri interni non può essere lasciata al caso o al solo punto di vista estetico, ma con la consapevolezza che quello che decidiamo di portare in casa non sia di fatto nocivo alla salute degli abitanti. 

Molte delle piante da appartamento che prediligiamo e che vengono coltivate nei giardini o sui terrazzi si rivelano essere tossiche, se non addirittura velenose, per l’organismo umano.

Una piccola guida alle piante comuni più pericolose
Agrifoglio: sono tossiche sia le bacche (di colore rosso) che le foglie, e la sua ingestione può causare nausea, vomito, sonnolenza e convulsioni. 
Azalea: le parti velenose sono le foglie. Può provocare stomatite, vomito, diarrea e persino convulsioni e coma. 
Ciclamino: è inaspettatamente una pianta altamente tossica. L'ingestione può causare addirittura pericolose crisi convulsive. 

Gelsomino: l'intera pianta è velenosa. Può determinare incoordinazione dei movimenti, disturbi della vista, secchezza delle fauci e difficoltà di deglutizione o difficoltà respiratoria. 

Mughetto:è una pianta altamente tossica,di grande pericolosità e persino mortale. 
Vischio: altamente decorativo e decisamente attrattivo, ma ricco di tossine che manifestano le sue conseguenze solo molte ore dopo l’ingerimento di parti della pianta.

Le principali vittime sono i bambini, almeno finché sono ancora piccoli, ma anche gli animali che, senza riconoscerne la pericolosità, possono leccare o masticare il fogliame del nostro "angolo verde". È per questo che, se non c’è un’assoluta certezza sull’innocuità della pianta, è bene disporla in un luogo inaccessibile ai piccoli, meglio se sospesa al muro.

I trattamenti chimici

È opportuno ricordare che tutti i trattamenti chimici, come i concimi, i fertilizzanti o i lucidafoglie applicati alle piante di casa possono rappresentare un potenziale pericolo per grandi e piccini che, dopo aver toccato le piante, dimenticano di lavare le mani. Per prevenire questo rischio concreto è bene optare per concimi organici o non a base chimico-sintetica.
Al posto del lucidafoglie è consigliabile spolverare più spesso le piante, magari dotandosi di uno spazzolino da denti morbido e uno spruzzino d’acqua per rimuovere la polvere e gli animali infestanti. Impedisci al bambino e a Fido e Fuffi di giocare con la terra dei vasi, coprila di muschio o compra in fioreria le pratiche mascherine di cartone con cui ricoprire il vaso.

In caso di contatto o ingestione

- In caso di contatto cutaneo accidentale
Arrossamento a bocca e occhi, irritazione e gonfiore sono i primi sintomi che compaiono nel piccolo che tocca parti della pianta tossica. In questo caso è bene lavare e pulire accuratamente con acqua fresca la zona irritata ed applicare un impacco lenitivo alla camomilla o alla calendula sulla zona interessata.
- In caso di ingestione accidentale
In questo caso è bene rivolgersi al più vicino Centro Antiveleni o direttamente al Pronto Soccorso. Inoltre, è bene conoscere con il nome comune della pianta e individuare quale parte è stata ingerita. Anche le caratteristiche fisiche, in mancanza del nome esatto, vanno bene nel processo di riconoscimento della stessa.

Le buone notizie

Le piante “domestiche” non sono solo fonte di disagi e preoccupazione per la salute ma contribuiscono, con alcune specie precise, al miglioramento consistente dell’aria respirata ogni giorno tra le mura domestiche. Diverse piante, infatti, sono in grado di assorbire, oltre all’anidride carbonica, anche altri gas e metalli pesanti.
La gerbera, l’aloe vera, il ficus benjamina e il bambù, ad esempio, si nutrono della formaldeide, un composto organico volatile che causa irritazioni a occhi, naso e gola ed è contenuto principalmente nelle vernici dei mobili.
Lo spatifillo è ideale per prevenire le esalazioni prodotte dall’acetone mentre l’edera assorbe il benzene prodotto dal fumo di sigarette e dalle vernici.

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