Da vent’anni la cucina è il teatro della grande maggioranza dei progetti portati a termine dall’azienda, che ha contribuito a fare di questo ambiente una zona aperta al ricevimento, agli amici, al gioco. Ora il marchio ha deciso di iniziare un’operazione simile anche per un altro locale domestico di origini più recenti, luogo ideale per l’espansione dell’immaginario del pubblico.
Il progetto ha preso spunto dal pensiero dello psicanalista Franco Fornari, secondo il quale l’eros infantile viene evocato nel neonato a partire da due momenti fondamentali in cui il volto e il sorriso della madre catturano il suo sguardo: la poppata e il bagnetto, i due gesti che scandiscono a ritmo alterno i primi mesi di vita di ciascuno di noi. E così il bagno come luogo di pulizia, fonda la sua premessa su una perdita antica, avvenuta quando l’accudimento della mamma ha cominciato a ridursi ed ognuno di noi ha dovuto iniziare a pensare alla propria toeletta in modo autonomo. L’inizio di questa autonomia viene solitamente associato a un senso di freddo e di solitudine e al ricordo di una mano insaponata e frettolosa che ci strofinava il volto. Anche lo spazio e l’attenzione che vengono dedicati al bagno nell’ideologia attuale dell’arredamento possono essere letti come un ritorno del rimosso, ossia come un tentativo di recupero di una cultura materna disposta a concedere uno spazio privilegiato alle manifestazioni meno pregiate della nostra corporeità. Così il bagno ci fornisce i simboli per mediare dentro di noi il conflitto tra codici affettivi che rimandano alle parti meno pregiate del nostro io: la voglia di regredire e la necessità di crescere, tra il codice della madre, incentrato sulla contemplazione/esibizione del proprio corpo, e il codice del padre, che ruota attorno alla prestazione e allo stimolo alla crescita. Questo scenario assume in chi vi entra molti e diversi livelli di significazione, che rimandano con evidenza all’universo del sogno.
Grazie alla preziosa collaborazione di Stefano Giovannoni e riunendo attorno a sé tre aziende, che rappresentano la migliore tradizione europea nell’ambito dei sanitari da bagno, Alessi ha dato vita ad un progetto che si è orientato in termini di design su un linguaggio espressivo di matrice ludico-onirica, in cui si fondono elementi centrati sul codice materno (le porcellane tonde), su quello paterno (mobili e accessori in metallo dalle linee geometriche), su quello erotico (i rubinetti dalle forme falliche) e sul codice del bambino (il gioco del movimento a scomparsa del rubinetto del mixer per la vasca da bagno o l’apertura della cassettiera del mobile alto). Dell’ingegnerizzazione, della produzione e della distribuzione si sono occupate la svizzera Laufen, produttrice di sanitari in ceramica, la finlandese Oras, specializzata nella rubinetteria e l’italiana Inda, che produce accessori, illuminazione ed arredamento per il bagno d’alta qualità.
L’innovativo progetto, presentato per la prima volta in aprile durante il Salone del Mobile di Milano, è stato accompagnato dalla pubblicazione di un testo ideato e scritto da Raffaella Poletti. “Vedi alla voce: bagno” (Electa Mondadori, Collana Industria e Design) è una sorta di lemmario delle terminologie del bagno, composto sulla chiave di interessanti, gustose e spesso poco conosciute citazioni dal mondo della letteratura, della storia, dell’antropologia, dell’arte moderna e contemporanea e dell’architettura. Frasi o brani di testo, immagini, disegni e dipinti si alternano con rendering e fotografie del nuovo progetto bagno Alessi: il tutto sapientemente presentato grazie alla regia di Christoph Radl, attraverso una grafica assolutamente attuale.
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