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Cos’è lo Tsundoku, pratica diffusa tra i lettori forti

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Tsundoku, forma di dipendenza o risorsa essenziale per il nostro benessere.

Pile e pile di libri sul comodino, accanto al letto, accatastati sulla libreria, torri di volumi che si sviluppano in altezza. Cosa ci sta succedendo? E' una malattia, qualche forma di dipendenza? La chiamano Tsundoku, ma cos’è? Si tratta di un termine giapponese, che indica l’acquisto compulsivo di libri, diventato di uso comune non essendoci un equivalente in altre lingue.

Tutto ha origine dalla parola tsunde oku (“accatastare oggetti e lasciarli lì per un po’ ”) che si è fusa con doku, una parte del termine dokusho (“leggere”). Quindi il significato preciso è “acquistare materiali di lettura e accatastarli per un po’”.

Si acquistano libri e ancora libri, senza aver ancora letto o completato la lettura di quelli posti sul comodino o i volumi e gli albi ammucchiati sul pavimento per tenere bene a mente che “vogliamo” leggerli. Eh sì, perchè per leggere bisogna anche trovare il tempo, e se si avesse tutta la giornata libera per farlo sarebbe una meraviglia.

Così abbiamo cumuli di libri da leggere, fissi, che non si smuovono un granchè in quanto visitiamo spesso librerie e mercatini dell’usato per acquistare, continuando così la nostra missione. Non riusciamo a fermarci: aggiungiamo libri su libri come fossimo una sorta di accumulatori seriali senza speranza di recupero. 

Li compriamo in maniera compulsiva in quanto temiamo che quel libro possa scapparci di mano, o peggio, sapere che qualcun altro lo ha letto e ne ha goduto prima di noi, e ce ne parli senza poter commentare o dire la nostra.

Invece, noi lettori forti, di tempo a disposizione, purtroppo, ne abbiamo poco (come tutti), e cerchiamo di ritagliarlo il meglio possibile, nel fine settimana, e la sera dopo mangiato, prima di essere avvolti dal sonno più profondo: delle volte cerchiamo di rimanere svegli a tutti i costi nonostante la stanchezza si faccia pesante, perché siamo pienamente coinvolti nella storia, vogliamo sapere assolutamente come vada a finire, e come quel personaggio riuscirà a risolvere la questione.

Bisogna preoccuparsi? In fondo è una mania come tante: ad esempio, quella di acquistare abiti in un momento di shopping sfrenato. Ma non bisogna sentirsi in colpa. In fondo ognuno di noi decide come “sperperare” il proprio denaro. E poi, quel cumulo di libri da leggere, più di ogni altra cosa, ci trasforma in raffinati collezionisti e ci fa stare bene.

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