SCUOLA ED EDUCAZIONE

Recite scolastiche: i pro e contro

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I punti a favore e contro le recite scolastiche organizzate a fine anno scolastico.

Quando arriva maggio inizia il turbinio di impegni per i bambini che vanno a scuola, e concludere l’anno scolastico tra saggi e recite scolastiche. A cominciare dalla scuola materna, fino alla primaria con date e appuntamenti che si rincorrono all’impazzata. I genitori cercano di districarsi tra gli appuntamenti prendendo permessi e cercando di essere presenti sempre e comunque, quando il proprio figlio si esibisce in qualche attività.

Ma tutti questi impegni fanno bene ai nostri bambini, oppure li caricano di ulteriore stress? E’ un dilemma su cui mamme e papà dibattono da sempre e di continuo. C’è chi dice che si tratta di ulteriori impegni e fatica per i più piccoli, e chi invece sostiene questo tipo di iniziative con orgoglio: in questo caso le recite scolastiche servono a mostrare a tutti costi (a nonne, parenti e amici) il loro “fenomeno”. Non mancano riprese con la videocamera e scatti con lo smartphone per immortalare quei momenti.

I bambini possono essere entusiasti di esibirsi nella recitazione o nel saggio di musica: in questo caso è un bene renderli partecipi. Diverso il caso in cui l’attività produce solamente ansia. D’altra parte, se notiamo questo tipo di disagio in nostro figlio, è meglio avvertire preventivamente le maestre, nei primi mesi di scuola, per cercare di organizzare altro per la fine dell’anno scolastico. 

Non possiamo certo lasciare a casa il figlio per evitare che partecipi. Se si è preparato durante l’anno non è neanche giusto privarlo della soddisfazione dopo tanto impegno, e comunque sarebbe mancare di rispetto alle maestre e al loro lavoro. Come per ogni attività, ci sono i pro e i contro: tutto sta mettersi nei panni del proprio bimbo e capire le sue esigenze.

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