SESSUALITÀ ED EROTISMO

Malattie sessuali femminili: imparare a riconoscerle per prevenirle

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La prevenzione è il primo passo per evitare spiacevoli infezioni sessuali. Ecco quali sono le malattie sessuali femminili e come riconoscerle.

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Malattie veneree femminili: quali sono?

Quello delle malattie veneree è un argomento molto delicato del quale, molto spesso, si sa poco o che si tende a sottovalutare. Per malattie veneree si tratta di vere e proprie malattie infettive che colpiscono la zona dei genitali e delle vie urinarie e sono causate da parassiti, virus, batteri o funghi.
La loro diffusione avviene tramite il rapporto sessuale non protetto, specialmente tra le generazioni più giovani che tendono a sottovalutare l’importanza di una corretta educazione sessuale.
Spesso si crede che AIDS ed Epatite B e C, le malattie veneree più temute causate da un virus, siano le sole sessualmente trasmettibili, trascurando invece una molteplicità di altre conseguenze, più o meno pericolose, trasmissibili per via sessuale, ma talvolta anche per contatto indiretto con superfici contaminate.

Le malattie sessuali femminili più comuni
Causata da un fungo, la cui trasmissione può avvenire anche per contatto indiretto, la candida è una malattia particolarmente fastidiosa che si cura con un trattamento antimicotico che deve essere esteso anche al partner per evitare reinfezioni, anche se nell’uomo si presenta generalmente senza sintomi.
Discorso diverso per la clamidia, una malattia femminile causata da un batterio i cui sintomi compaiono soltanto ad uno stadio avanzato e si accompagnano, in alcuni casi, da febbre.
Il papilloma virus (HPV) è un gruppo di virus all'origine di verruche e papillomi nella zona genitale sia degli uomini sia delle donne. Il virus si contrae per via sessuale, ma tra le modalità di contagio "privilegiate" c'è sicuramente anche quella del rapporto orale in quanto questo gruppo di virus si trova in gran parte nella bocca. La contrazione di questo virus può provocare delle alterazioni a livello del collo dell'utero che vengono diagnosticate con il pap test. Tra queste, alcune guariscono spontaneamente mentre altre vengono eliminate chirurgicamente. Nei casi più gravi possono evolvere verso forme tumorali gravi.
L’Herpes genitale si contrae sporadicamente o ricorrentemente con sintomi meno intensi e dalla durata più breve. L’area genitale interessata è generalmente molto estesa con sintomi come forte prurito, dolore, ingrossamento dei linfonodi inguinali e, talvolta, malessere e stati febbrili. In seguito alla diagnosi, la cura avviene per somministrazione di farmaci antivirali.
Tra le forme più lievi troviamo sicuramente la Vaginite, un’infiammazione dell’organo riproduttivo femminile che determina sintomi come perdite vaginali e prurito intimo. L’infiammazione è solitamente una conseguenza di altre infezioni, carenze alimentari o scarsa igiene intima. Il trattamento antibiotico o antimicotico è il solo capace di una remissione completa dei sintomi se abbinato ad una corretta igiene intima quotidiana preventiva.

La diagnosi e le cure
La prima cosa da fare se si hanno dei sospetti è quella di rivolgersi ad un ginecologo che, tramite tampone o semplici analisi del sangue, cercherà di capire la giusta cura a cui sottoporre il vostro caso. La prevenzione, riconducibile specialmente all’uso del preservativo, è naturalmente la più auspicabile. In ogni caso è bene avere chiaro che la malattia può avere tempi di incubazione molto lunghi e variabili da poche settimane a 6-9 mesi. Se diagnosticate in tempo, tuttavia, queste malattie possono essere facilmente curate con antibiotici e antivirali. Al contrario, se trascurate, possono invece provocare danni all’apparato genitale, anche a distanza di anni.
Anche l’igiene intima è fondamentale nella vita di tutti i giorni e prima e dopo ogni rapporto sessuale. È preferibile lavare le zona intima con il sapone almeno una volta al giorno, ma non più di due.
Il detergente intimo ha infatti un effetto igienizzante ma allo stesso tempo, se usato troppo, contribuisce a fare piazza pulita dei batteri “buoni” che difendono invece le nostre zone intime dall’attacco delle infezioni.

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