GUIDE ECO

Crisi dell’acqua frizzante: sta finendo veramente?

LEGGI IN 2'
Se ami l'acqua frizzante, non sprecarla... potrebbero essere le ultime bottiglie.

Forse hai notato che l’acqua frizzante scarseggia nei supermercati. Le famose bollicine stanno finendo un po’ in tutta Italia. Ma ti sei chiesto come mai? La crisi dell’acqua frizzante in realtà nasconde un problema industriale e ambientale importante: la carenza di anidrite carbonica. L’allarme è stato lanciato dal più grosso produttore europeo di acque oligominerali: Acqua Sant’Anna.

Il presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, Alberto Bertone, ha spiegato all’Ansa. «La Co2 è introvabile e anche tutti i nostri competitor sono nella nostra stessa situazione. Siamo disperati. È un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti». L’unica certezza al momento è che questo tipo di acqua sarà acquistabile finché nei supermercati non saranno terminate le scorte. Dopo? Non si sa. Probabilmente non ci saranno più bottiglie.

Perché la Co2 manca? Sembra un controsenso. La CO2 è considerato il gas principale responsabile delle alterazioni del clima. C'è troppa anidride carbonica in atmosfera e non ne abbiamo abbastanza per gli usi alimentari? La verità è che nell’atmosfera permane a lungo, contribuendo all’effetto serra, il biossido (o diossido) di carbonio, CO2, o anidride carbonica.

Quella a uso alimentare non è la stessa cosa. Esiste un comporto che la produce e la immagazzina per venderla.  Attualmente una parte considerevole dell’anidride carbonica per usi alimentari in Europa proviene da impianti di fertilizzanti, che la ottengono come sottoprodotto della lavorazione dell’ammoniaca, oppure come sottoprodotto delle fabbriche di bioetanolo. Un’altra fonte sono le sorgenti naturali.

Ti potrebbe interessare anche:

Iscriviti alla newsletter di donnad

Leggi tanti nuovi contenuti e scopri in anteprima le iniziative riservate alla community.