
Quello che ci suggerisce la scienza, dopo diverse ricerche che lo confermano, è che i geni dell’intelligenza infatti siano portati dal cromosoma X, e come sappiamo, le donne ne hanno due mentre gli uomini ne hanno uno. Il padre, quindi, nello sviluppo cognitivo di un figlio, a livello genetico, conta ben poco.
È quindi la madre a contribuire maggiormente allo sviluppo dei centri del pensiero nel cervello del figlio. La genetica, però, non è l'unico fattore che determina lo sviluppo delle capacità cognitive dell’individuo, solo parte dell'intelligenza è ereditaria, il resto viene determinata dall’ambiente in cui il figlio cresce, dagli stimoli che ha, dall’educazione e dall’istruzione, dal contatto fisico ed emotivo con le persone, prime fra tutti la madre e il padre.
All’intelligenza è intimamente legata la competenza emotiva: la sicurezza che i genitori possono infondere permette al bambino di esplorare il mondo con più slancio, di risolvere i problemi con maggiore fiducia in sé stesso, di raggiungere il suo potenziale presto e meglio.
Non è quindi solo compito della madre contribuire all’intelligenza del proprio figlio, è la famiglia stessa che nella sua complessità e nel quotidiano ne determinerà l’identità e quindi anche alle sue abilità intellettive.
È primariamente nel nucleo familiare che il bambino acquisisce competenze comunicative, stabilisce i suoi valori, la morale, sviluppa la sua intelligenza emotiva e l’empatia. Come puoi favorire questo processo? Con 4 consigli di base.
Genitori positivi e propositivi favoriscono lo sviluppo nel bambino dei suoi talenti dal punto di vista intellettuale ed emotivo.
Dai attenzione a tuo figlio, infondigli sicurezza, fatti vedere coerente con i tuoi valori e con ciò che gli trasmetti, fallo sentire compreso quando sbaglia e complimentati con lui quando raggiunge un obiettivo, prende un bel voto, si mostra sensibile verso altri.
Affidagli incarichi, fagli prendere delle piccole decisioni, avendo fiducia in lui e trasmettendogliela svilupperai il suo senso di responsabilità.
Il linguaggio si stimola sia con la produzione linguistica che con l’ascolto. Soprattutto nelle prime fasi dell’infanzia leggigli delle storie, inventa per lui dei racconti: sarà un bel modo, gioioso e piacevole, per lui, per prendere dimestichezza con la lingua. Le storie, i libri letti e raccontati contestualizzano le parole e lo aiutano a sviluppare più in fretta il suo vocabolario che userà per catturare la realtà intorno a lui.
Pittura, musica, danza, sport: tutte attività ricreative che stimolano il cervello del bambino. Ma attenzione a non esagerare: anche il relax e le pause possono essere momenti creativi. I bambini vanno incoraggiati non per soddisfare noi stessi e le proiezioni che abbiamo su di loro, bensì per assecondare le loro propensioni e favorire la loro crescita.
La sua voglia di sperimentare le novità va assecondata così come il suo spirito di osservazione.
Per esempio igiochi di deduzione, all’aperto, da solo, con te o con gli altri bambini, che allenano la concentrazione, la memoria, e la percezione di sé nello spazio, mettono in campo le abilità e le dinamiche che utilizzerà da grande per rapportarsi al mondo.
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