Per anni Marie Kondo è stata la regina mondiale dell’organizzazione domestica. Con il suo metodo, il KonMari, ha invitato milioni di persone a eliminare il superfluo e a tenere solo ciò che “dona gioia”. Per questo ha sorpreso molte persone quando, dopo la nascita del terzo figlio, ha ammesso di avere rinunciato all’idea di una casa sempre in perfetto ordine. Le sue parole non hanno segnato un addio alla filosofia dell’essenzialità, introducendo un nuovo modo di vivere la casa, meno rigido e più umano.
Marie Kondo ha sempre parlato del suo metodo come di una scelta consapevole e quasi spirituale. Dopo l’arrivo del terzo figlio, però, ha raccontato di avere trovato difficile mantenere la stessa routine di prima. Una casa con tre bambini piccoli è complicata da gestire e l’idea di un ordine impeccabile è passato in secondo piano rispetto ai bisogni della famiglia. Non è una “resa”, ma di una presa di coscienza: ci sono momenti della vita in cui la priorità non è un salotto perfetto, ma il tempo trascorso con chi ci sta vicino.
Marie Kondo ha spiegato che, pur continuando ad amare la casa ordinata, ha imparato a rivedere le sue aspettative. Ha iniziato a scegliere un’organizzazione più flessibile, adatta al ritmo quotidiano di una famiglia numerosa. Tutto questo le ha permesso di alleggerire la pressione verso la perfezione e di ritrovare un equilibrio più realistico.
Il cuore del metodo KonMari è sempre stato la ricerca della gioia. Con questo cambio di prospettiva, Kondo non ha abbandonato il suo principio più famoso; lo ha ampliato. Ora la sua attenzione non è rivolta solo agli oggetti da conservare, ma anche al tempo da dedicare alle relazioni, alla cura di sé e alla serenità domestica.
Le ultime dichiarazioni di Marie Kondo hanno aiutato molte persone a sentirsi meno giudicate. L’idea che perfino una guru dell’organizzazione scelga il disordine “controllato” ricorda che la casa è uno spazio vivo, non un set fotografico. Da accettare così com'è, anche con il caos di tutti i giorni.