Sia come sia, sembra che in Italia sia scoppiata la moda della papaya. I dati forniti dalla Federfarma, che è la Federazione dei farmaciti, evidenziano un improvvisa impennata della richiesta dell’integratore a base di papaya. L’acquirente, sottolineano, non è l’anziano, ma nella maggior parte dei casi ha un’età che spazia tra i quaranta e i cinquant’anni, di ceto medio-elevato e di buona cultura. Una tipologia di acquirente forse anche determinata dell’elevato costo del prodotto.
Tuttavia da più di un istituto di ricerca sono state sollevate delle perplessità relative all’effettiva efficacia dell’integratore, visto che mancano rapporti e studi scientifici specifici sugli effetti dell’estratto di papaya, in particolare contro gli effetti dell’invecchiamento cellulare.
La papaya ha però una tradizione curativa centenaia. Nei paesi in cui è originaria è sempre stata impiegata dalla medicina tradizionale. È un frutto dall’elevato contenuto vitaminico, di carotenidi ed enzimi.
Sono proprio gli ezimi che facilitano la digestione delle proteine ad aver alimentato la fama della papaya come rimedio contro i disturbi di stomaco. La polpa fresca invece viene tradizionalmente impiegata nei paesi tropicali per combattere le infezioni intestinali e i suoi semi come lassativo e per le loro proprietà abortive. Il lattice di papaya viene impiegato in Africa per combattere verruche ed eczemi.
Quali che siano le proprietà attribuitegli dalla tradizione, la papaya è un frutto dalle ottime proprietà nutritive, essendo molto ricco di vitamine, in particolare la A, la B e la C, ricco di fibre, povero di grassi e dal ridotto apporto calorico.
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