Forse sarà possibile. L'ex ministro degli esteri cinese Chou En Lai è vissuto a lungo fumando ottanta sigarette al giorno e ingurgitando quantità industriali di tè verde.
Il professore Garbisa del dipartimento di Scienze Biomediche sperimentali di Padova, insieme al suo staff in collaborazione con il centro di Biotecnologie avanzate di Genova ha pubblicato in "Scienze e Medicine" i risultati di una sensazionale scoperta.
Inserendo nel filtro delle sigarette le particelle di tè verde sarebbe possibile assumere degli antiossidanti - tannini - ed altre sostanze tanto preziose per la salute dell'apparato respiratorio.
Il tè verde si ricava semplicemente dalla camelia cinese, costa poco - circa 5mila lire il kg - e si può trovare dappertutto, dalle erboristerie ai comuni supermercati. Pensate: niente più scritte abominevoli sui pacchetti, niente più mòniti apocalittici sulla salute dei fumatori, ma slogans sereni e consolatori, una vera pacchia per gli hard-smokers!
Ma purtroppo nulla è così facile come sembra, anche se gli U.S.A. ne hanno già approvato il brevetto, la ricerca è solo alla sua prima fase e la sperimentazione è ancora in corso. C'è poi da considerare l'opinione delle grandi multinazionali del tabacco.
Ma i viziosi incalliti, cosa ne pensano? Secondo alcuni sarebbe la più grande scoperta del secolo, ma la maggior parte dei veri intenditori si chiede quanto costerà la nuova sigaretta curativa e, soprattutto, vuole sapere se il miracoloso infuso altererà il gusto dell'amara bionda. Attualmente non c'è modo di soddisfare la loro curiosità, né di attenuare il loro scetticismo. Resta poi la questione fumatori passivi: mascherine al tè verde anche per loro? È la proposta di qualche spirito ironico, ma potrebbe essere la soluzione!
Intanto, a chi non vuole rinunciare al piacere del fumo, non resta che assumere queste sostanze, veleno e antidoto, separatamente, seguendo l'esempio di Chou En Lai.
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