Un settore non facile, un mercato da sempre considerato chiuso, elitario e difficilmente abbordabile. Fino a quando il pullulare sempre più massiccio dei mercatini nelle piazze italiane, quelli dove si trova proprio di tutto, non ha contribuito ad avvicinarlo al grande pubblico. Ora sono i mercanti stessi a scendere in piazza adattandosi a un banchetto e ad uno spazio esiguo per esporre la propria mercanzia.
Un sondaggio realizzato da un website professionale www.antiquari.org, sono ben 50.000 gli italiani che negli ultimi tre anni hanno effettuato l’acquisto di un oggetto antico. Normalmente si comincia da pezzi piccoli, non troppo impegnativi economicamente e facili da trovare. All’inizio non occorrono grandi studi e cognizioni o una famiglia di collezionisti alle spalle per fare proprio un piccolo oggetto che appaghi e porti una ventata di vissuto in una casa troppo anonima. Poi dal vetro, al bicchiere, al lume alla porcellana si passa alla stampa, al libro per approdare all’acquisto più importante. Un tavolo, un cassettone o uno scrittoio da sistemare in un punto visibile della casa.
Ma come diventare veri esperti o professionisti? I corsi che possono aiutare sono pochi, eccezion fatta per la città di Firenze, ancor oggi quella che primeggia in Italia nel settore. Ciò che conta davvero in realtà è l’esperienza nel tempo. Consideriamo che dagli anni Ottanta in poi, una gran quantità di arredi del Sette-Ottocento proveniente dai paesi dell’Est è finita nelle aste e nei mercati italiani. Si tratta spesso di pezzi costruiti là. Si sono diffuse nuove nicchie come quella dei giocattoli d’epoca, mentre gli orologi, i gioielli e gli argenti sono articoli che resistono bene.
Per quanto concerne invece le aste, ora sono frequentate anche dai privati. Ne hanno capito il vantaggio. Sanno cosa troveranno, lo possono vedere in anticipo e soprattutto i loro concorrenti sono mercanti che non possono giocare troppo al rialzo dovendo poi ricaricare l’oggetto acquistato. In qualunque caso, prima di partire è sempre utile informarsi.
Ma attualmente quali sono le tendenze del mercato italiano? Posto che molto spesso il gusto è orientato dagli architetti, dalle riviste che spingono le tendenze del momento e dal desiderio di abbinare nel modo più armonioso i pezzi antichi allo stile contemporaneo, da un lato resiste bene la seconda metà del Settecento, i pezzi neoclassici e lo stile impero, dall’altro la prima parte del Novecento. Purtroppo i pezzi più antichi d’alta epoca (Quattro-Cinquecento) sono quasi totalmente esauriti e nello stesso tempo difficilmente adattabili alle case ultramoderne di oggi. I clienti dunque si sono riversati sui piccoli mobili del Settecento. Quando inoltre il gusto dei padroni di casa c’è, è ancora grandemente apprezzato il mix tra pezzi antichi e oggetti di design contemporaneo.
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