RAPPORTI DI COPPIA

Quando il divorzio è una questione chimica

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Le ragioni dell'incompatibilità di coppia potrebbero avere ragioni scientifiche nascoste nella chimica e negli ormoni.

Avete mai sentito parlare di Acth? Questa sigla all'apparenza incomprensibile nasconde uno degli ormoni più importanti anche per la coppia, si tratta dell'ormone dello stress, implicato nella produzione di cortisolo, sostanza legata alla tensione fisica e psichica.

Secondo uno studio dell’Ohio State University, le coppie più a rischio di divorzio sono quelle che durante i litigi fanno registrare i maggiori livelli di Acth. Emanuele Bosi, responsabile dell’unità di Endocrinologia e Diabetologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, afferma che nel sangue sono presenti veri e propri indicatori dello stato emotivo di una persona. Sono cortisolo e adrenalina, ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali che, in situazioni di emergenza, determinano aumento dell’attività cardiovascolare e consumo delle riserve energetiche: in altri termini aggressività.

Una reazione istintivamente messa in atto dai nostri antenati, quando si trovavano di fronte ad un predatore, che attivava riflessi ed energie per la difesa o la fuga. Ma oggi, ad alterare la secrezione degli ormoni dello stress, sono sempre più gli stimoli della sfera psichica. Dispiaceri, delusioni, ansia, paura, rabbia sono i “predatori” da cui ci sentiamo minacciati nella vita quotidiana.

Ad ogni coppia di novelli sposi, delle 90 su cui è stato condotto lo studio, è stato chiesto di discutere un aspetto del rapporto ritenuto “cruciale” , e di trovare una soluzione nel tempo massimo di mezz’ora. Contemporaneamente è stato monitorato il livello di adrenalina e di Acth presenti i circolazione. A distanza di dieci anni si è riscontrato che, a separarsi, erano state le coppie che durante i loro diverbi avevano fatto registrare i livelli massimi, nelle donne addirittura il doppio, di ormoni dello stress. Inoltre l’alterazione dei livelli ormonali persisteva anche dopo il termine dello scontro verbale, a conferma dell’ipotesi della “sensibilizzazione” allo stress, secondo la quale stimoli ripetuti o prolungati nel tempo porterebbero ad una rezione amplificata. Per cui anche la sola presenza del partner sarebbe sufficiente ad innescare nell’organismo uno stato di allerta. Ma non è tutto.

Il sistema endocrino, quello nervoso e quello immunitario, aggiunge Bosi, paiono strettamente correlati, tanto che un’alterazione di uno di essi può avere ripercussioni sugli altri innescando una risposta complessiva. Un forte dolore fisico o un profondo dispiacere possono, se non si gestisce bene lo stress conseguente, causare un abbassamento delle difese immunitarie. Ne deriva che chi ha una vita coniugale agitata da frequenti litigi, è anche più esposto al rischio di malattie. La conferma? Da un’indagine condotta dalla dottoressa Sharon Gaskill, su un campione di 1887 americani di razza bianca, è emerso che lo stress derivante da un’unione matrimoniale poco felice, può aumentare il rischio d’insorgenza del diabete di tipo 2. Al termine di un periodo di 7- 8 anni di osservazione, nel gruppo che aveva dichiarato di vivere il matrimonio come fonte di stress, si è riscontrata un’incidenza di diabete di tipo 2 con valore doppio rispetto al gruppo di mariti che vivevano un matrimonio sereno.

Inoltre, da un atro studio condotto sempre nell’ambito dell’Ohio State University, è risultato che le donne sarebbero, proprio in virtù della maggiore sensibilità emotiva, dei veri e propri “indicatori” del clima famigliare e , come tali, portate a farsi espressione del disagio di coppia. Quindi, il consiglio che arriva dall’America è questo: prima di sposarti, vai con il tuo partner ad effettuare una romantica analisi del sangue. Ti consentirà di conoscere su che fondamenta stai avviando la costruzione di un fututo insieme a lui. A te la scelta se sorridere o… preoccuparti.

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