IDEE IN CUCINA

Le etichette alimentari

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Oggi fare la spesa è diventato un compito gravoso. Le indicazioni che troviamo sulle confezioni degli alimenti a volte sono illeggibili.

Oggi fare la spesa è diventato un compito gravoso. Le indicazioni che troviamo sulle confezioni degli alimenti a volte sono illeggibili ed è sempre più difficile orientarsi verso il giusto acquisto.

E' diventato però importante imparare a leggere le etichette poiché è l'arma che ci consente di scegliere il prodotto che si avvicina maggiormente alle nostre esigenze e ci permette una migliore valutazione del rapporto qualità-prezzo.

Ma quali dati devono essere presenti sulle etichette alimentari?

1. La denominazione di vendita, ovvero il nome del prodotto con il quale viene posto in commercio

2. L'elenco degli ingredienti: qualsiasi sostanza presente che componga l'alimento o la bibita. Sono indicati in ordine decrescente cioè il primo indicato sarà quello presente in maggior quantità, l'ultimo quello presente in quantità inferiore. Sono considerati ingredienti anche gli additivi e gli aromi

3. La quantità netta: il peso effettivo del prodotto alimentare, netto o sgocciolato, senza la tara dell'imballaggio.

4. La data di scadenza: la data entro la quale il prodotto alimentare deve essere consumato, ovviamente con un'adeguata conservazione.

5. Le modalità di conservazione e a volte le istruzioni d'uso (necessarie per particolari alimenti)

6. La sede del fabbricante e la sede dello stabilimento di produzione o del confezionamento

8. Il luogo e l'origine di provenienza.

Scegli i prodotti che contengono molte informazioni in etichetta: maggiori sono le informazioni presenti sul prodotto che vogliamo acquistare più il prodotto ci garantisce una qualità superiore. Il fabbricante oggi è obbligato per legge a rispettare la veridicità di quanto indicato in etichetta: se ad esempio, sulla bottiglia dell'olio d'oliva è indicato "olio extra vergine di oliva di prima spremitura" anziché solo "olio di oliva" è certo che il prodotto abbia questa caratteristica.

Nel caso dell'imballaggio stai attenta a non venire ingannata dalle sue dimensione: leggi sempre il peso netto e fai paragoni con i prodotti analoghi presenti sugli scaffali per verificarne la convenienza.

A destare maggiore preoccupazione però sono gli ingredienti: verifica sempre che i prodotti siano locali o provengano dall'Italia e che siano freschi (prediligi il prodotto con "uova fresche" invece di quello con "uova in polvere", lo stesso si dica per il latte). Gli oli di origine vegetale non assicurano la presenza di un ingrediente naturale: sotto questa voce infatti si nascondono sostanze nocive quali oli di colza o di cotone frazionati e mischiati ad altri oli.  

Sappiamo che un abuso di conservanti nel nostro organismo può scatenare allergie ed intolleranze. E' dunque sempre necessaria la loro presenza negli alimenti? La riposta è no. Le industrie avrebbero a disposizione metodi alternativi ai conservanti: spezie quali l'origano, i chiodi di garofano, anice e cannella contengono degli olii essenziali che bloccano l'attività batteriostatica, come ad esempio l'ammuffimento del pane. Alcune aziende sono riuscite a mettere in commercio cibi che durano come gli altri, ma che non hanno additivi chimici: i ravioli ad esempio o la pasta fresca preparati in atmosfera protetta (priva di germi) o modificata (con miscele di anidride-azoto-ossigeno diverse dall'aria) mettono al riparo l'alimento dalla contaminazione. Ma come mai sono così poco usati?  Solamente per motivi economici, gli antimicrobici naturali costano più di quelli artificiali. Il prezzo basso dell'alimento spesso è un campanello d'allarme, occhio agli ingredienti.

Ma come leggere la presenza dei conservanti in etichetta per distinguere i dannosi e quelli sicuri?

Il conservante è indicato dalla lettera "E" seguita da un numero che determina la categoria.

I conservanti sicuri sono l'acido sorbico (E200) presente in dolci, burro, pane, il sorbato di potassio (E202) presente in formaggi, oli (non d'oliva), prodotti da forno, l'acido acetico (E260) presente anche in budini, caramelle e l'alfa-tocoferolo (E207) presenti in maionese, burro, insaccati, fecola di patate.

I conservanti da evitare sono il sodio nitrito (E250), il sodio nitrato (E251) ed il potassio nitrato (E252) presente in carne in scatola, insaccati crudi, carni preparate e conservate.

Ricorda infine che la semplice dicitura "aromi" indica il ricorso ad aromi artificiali prodotti in laboratorio: sulla confezione di caramelle troverai la dicitura "caramelle al gusto di fragola" e non "caramelle alla fragola". Gli aromi naturali invece sono solitamente aceto, limone, zucchero e derivati, alcool, olio e sale.

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