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Feltro e pannolenci, le differenze

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Se ci piace realizzare decorazioni e accessori con la stoffa, proviamo con feltro e pannolenci. Ecco qual è la differenza.
Quanto amiamo realizzare accessori e decorazioni con la stoffa, e quanto ci divertiamo a passare il tempo con i nostri fai da te in feltro e pannolenci. Ma chi intraprende solo ora questo hobby creativo dovrebbe conoscere qual è la differenza tra i due tipi di tessuto, per utilizzarli al meglio. Prima di tutto si definiscono tessuti non tessuti nel senso che non si realizzano con la tessitura ma nascono dall’infeltrimento delle fibre. La lana cardata viene lavorata con acqua, sapone, poi battuta e pressata fino ad ottenerne l’infeltrimento. Il feltro (con uno spessore intorno ai 5 mm) è una stoffa dalle mille risorse in quanto può essere tagliata (meglio usare la taglierina con rotella rispetto alle forbici perchè a lungo andare è un’operazione faticosa), incollata, cucita, e usata per realizzare decorazioni della casa, per oggetti rigidi, borse o bomboniere. Basta scovare in rete i cartamodelli da stampare per trovare ispirazione. Il pannolenci molto caldo, si differenzia dal feltro in quanto più morbido e sottile (con uno spessore che va da 1 a 3 mm) per cui può essere facilmente modellato e tagliato. Il termine pannolenci nasce nel 1920 quando la ditta Lenci di Torino crea un prodotto tessile morbido e molto fine, che non si sfilacciasse nel corso del taglio, allo scopo di produrre una serie di bambole più resistenti rispetto ai prodotti di porcellana, in commercio a quei tempi.  E' più soffice per cui non mantiene facilmente la forma come il feltro. Molto utile per rivestire gli oggetti e gli accessori destinati ai bambini o da imbottire, e per il patchwork. Si può ricamare e applicare su altra stoffa, quindi utile per gli abiti. Inoltre è molto più economico del feltro. 

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