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Primavera siciliana

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Ad Adrano la domenica di Pasqua si svolge la sacra rappresentazione d'origine medioevale detta la "diavolata" che va in scena da 250 anni.

È nella tradizione del nostro paese vivere la Settimana Santa attraverso manifestazioni religiose legate a tradizioni storiche e mescolate a volte a riti pagani. La rievocazione della Passione e della Resurrezione di Cristo è unita al risveglio della natura quindi all'arrivo della Primavera dopo il lungo sonno invernale, la vita che trionfa di nuovo sulla morte. In alcune regioni, come la Sicilia, si allestiscono intense rappresentazioni che colpiscono per il loro impatto emotivo, ogni Comune siciliano riproduce a suo modo scene legate alla Passione di Cristo.

ENNA. Dalla domenica delle Palme fino al mercoledì Santo ognuna delle 15 confraternite, ciascuna nel giorno e nell'ora stabilita, va in processione dalla chiesa di appartenenza verso il Duomo per l' adorazione solenne della Eucaristia durante il rito chiamato dagli ennesi 'ura'. Il Venerdì Santo viene rappresentata la Passione di Cristo con una processione che coinvolge circa duemila rappresentanti delle Congregazioni che appaiono incappucciati nei costumi tipici della confraternita. Sfilano portando i 25 simboli del Martirio di Gesù detti 'misteri, che sono la croce, la borsa con i trenta denari, la corona, la lanterna, il gallo, i chiodi e gli arnesi per la flagellazione e le 'vare' del Cristo morto e dell'Addolorata. I confrati odierni sono professionisti, studenti e impiegati, di sesso maschilei. La Domenica di Pasqua con la cerimonia detta 'a Paci' nella piazza adiacente al Duomo, avviene l'incontro tra le statue del Cristo risorto e della Madonna che successivamente vengono portate all'interno della chiesa dove rimangono esposte alla venerazione dei fedeli per una settimana. Questi riti risalgono al periodo della dominazione spagnola (XV-XVII sec).

ADRANO (CATANIA). Ad Adrano la domenica di Pasqua si svolge la sacra rappresentazione d'origine medioevale detta la "diavolata" che va in scena da 250 anni. Sfruttando lo scenario ideale della piazza Umberto arricchita dalla presenza del Castello, viene preparato un palco in cui si inscena la vittoria del bene sul male: cinque diavoli vestiti di rosso escono da una botola accompagnati da fiammate e fumo, con Lucifero, la Morte (che indossa un abito raffigurante uno scheletro) ed un angelo rappresentato da un bambino. Dopo una serie di battaglie e di discussioni, l'Arcangelo Michele costringe i diavoli a pronunciare la frase "Viva Maria".

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