GALATEO MODERNO

6 tradizioni simpatiche e curiose da tutto il mondo

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Dal Burning Man e Puck Fair irlandese, ecco le tradizioni più curiose raccolte in giro per il mondo

Il mondo è fatto di molte tradizioni legate ai luoghi, ai territori, al clima, a quello che la terra offre e al proprio passato. Risultato? Paese che vai, tradizione che trovi, dice il proverbio. C’è chi abbandona lanterne nei fiumi, chi elegge un caprone come re per alcuni giorni e chi brucia giganteschi fantocci nel deserto dopo aver vissuto in una città fantasma per una settimana. Abbiamo deciso di andare in esplorazione tra diversi Stati e continenti per trovare tutte quelle celebrazioni, ma anche le usanze, più simpatiche e curiose! 

Ecco che cosa abbiamo racimolato per ogni occasione:

  • Il Loy Krathong per la buona sorte (Thailandia)

In Thailandia a novembre si celebra il Loy Krathong, una festa che ha come obiettivo quello di scacciare la malasorte e attirare gli spiriti benevoli. Si crea un’atmosfera suggestiva grazie a due ingredienti principali: l’acqua e il fuoco. La notte in cui sorge la luna, nel plenilunio del dodicesimo mese lunare, dei cesti vengono lasciati galleggiare nell’acqua e al loro interno vengono poste delle candele accese, dei bastoncini di incenso e una monetina. Sono tutti oggetti di buon auspicio, abbandonati alle acque di fiumi, canali o laghi, nella prospettiva di un felice futuro.

  • La festa dei colori per festeggiare la primavera (India)

In India la primavera è un turbinio di colori. All’inizio della stagione che decreta la fine dell’inverno, infatti, si festeggia l’Holi, il momento in cui si celebra “il trionfo del bene sul male”. La tradizione di origine induista anima le strade con canti e falò e le persone si gettano addosso dell’acqua e delle polveri colorate e profumate, chiamate gulal, in segno di affetto. Le coppie, poi, si dipingono il volto reciprocamente. La leggenda all’origine, infatti, narra che il dio Krishna dalla pelle scura avesse mostrato invidia nei confronti della pelle bianchissima dell’amata Radha e per questo decise dipingere il suo viso di mille tonalità. In Italia l’usanza comincia a diffondersi e l’Holi Festival va in tour per le città della penisola nel periodo estivo.

  • Il Burning Man per fare una festa folle (USA, Nevada)

A fine estate ogni anno, a partire dal 1990, nel deserto del Nevada nasce una città dalla sabbia, Black Rock City. Dura sette giorni consecutivi e poi scompare nel nulla così come è apparsa. Qui si festeggia il Burning Man, un festival tra i più eccentrici e stravaganti, nato dalla volontà di tre ragazzi di creare una società che per un tempo breve viva in totale autogestione osservando delle regole ferree stabilite dall’organizzazione. Chi partecipa deve recuperare tutto il necessario per sopravvivere nel deserto: un’abitazione ambulante, il cibo e il materiale per dare vita a proprie installazioni artistiche e ai propri corsi, che possono andare da quello di yoga al bricolage. In compenso l’organizzazione fa di tutto per creare la situazione ideale alla tua permanenza: definisce l’impianto urbanistico dandoti delle coordinate per ricevere la posta, distribuisce il ghiaccio per sopportare meglio la calura e offre il caffè durante la giornata. Il risultato è un’ambientazione che ricorda quella del film Mad Max e le atmosfere di Marte. Il deserto è costellato di installazioni artistiche bizzarre, si assiste a grandi concerti e alla fine della settimana viene bruciato il famoso Burning Man, una scultura gigante, simile a un fantoccio, che genera un falò enorme.

  • Il cheeserolling per rotolare giù dalla collina (Inghilterra)

Ogni anno a Gloucester, sulla cima di Cooper Hill, si svolge una gara bizzarra che vede i partecipanti rincorrere una forma di formaggio lanciata lungo il pendio della collina. L’obiettivo dei partecipanti è rincorrerla rotolando verso il basso, ma spesso la velocità raggiunta dalla forma è talmente elevata, si parla anche di 110 km/h, che per loro è impossibile realizzare lo scopo. In compenso per prendere parte al gioco è consigliabile munirsi di casco e di qualsiasi attrezzatura che protegga il corpo. Sembra che l’usanza sia nata in Galles 200 anni fa e oggi è un gioco a cui partecipano molte persone provenienti da ogni parte dell’Inghilterra. In Italia l’usanza sta prendendo piede in Trentino dove ogni anno si organizza un campionato a tema.

  • Il Puck Fair per eleggere un re (Irlanda)

A Killorglin, nella Contea di Kerry, in Irlanda, ogni anno, dal 10 al 12 agosto, un caprone viene eletto re per qualche giorno e a lui sono delegati tutti i poteri di amministrazione in un clima di festa. Non solo questo: per lui viene anche scelta una regina che gli faccia da compagna nell’onorevole compito. Sono molte le leggende all’origine di questa strana tradizione, ma la più accreditata narra di una capra che ai tempi dell’invasione delle terre irlandesi, organizzata dal condottiero Oliver Cromwell, scappò dal gregge e mise in allarme gli abitanti di questa cittadina. A questo animale, quindi, è stata tributata una festa di ringraziamento.

  • L’omiyage per fare i regali (Giappone)

La cultura giapponese è molto legata al dono, soprattutto quando si torna da un viaggio in cui si sono esplorati nuovi territori e nuovi sapori. Questa tradizione, che nasce dall’idea che non si debba mai arrivare a casa di un ospite senza un dono da presentare, si è radicata nel tempo e oggi è possibile acquistare delle scatole preconfezionate pieni di dolcini anche in un supermercato. Quando si parla di omiyage di solito si intende un pacco che contiene dei prodotti gastronomici tipici della zona da cui stiamo arrivando, ma è tutto più articolato di così: un omiyage non è solo il contenuto, ma anche la cura della sua confezione e la pertinenza con il territorio di provenienza. Insomma, se fossimo stati a Sulmona, bisognerebbe portare solo i confetti. Anche in Italia amiamo sempre portare in dono qualcosa e presentarsi a casa di qualcuno con un pensiero è una vera istituzione. Che le tradizioni, anche se legate a culture diverse, qualche volta si somiglino?!

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