DONNE E LAVORO

Joy: storia di un’inventrice casalinga

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La storia di Joy Mangano, l’inventrice del mocio, diventa un biopic in cui Jennifer Lawrence, da“casalinga disperata”, si trasforma in imprenditrice e pioniera delle televendite.

Chissà quante volte ti sarà capitato di trovarti di fronte a un piccolo problema casalingo e pensare che avresti potuto risolverlo solo con la bacchetta magica oppure che ci sarebbe voluta un’invenzione speciale. Ecco, probabilmente a quella piccola invenzione ha già pensato Joy Mangano, la mente creatrice del Miracle Mop – il mocio - e di un centinaio di altre piccole diavolerie domestiche, la donna la cui vita romanzata è stata raccontata da David O. Russell nel film Joy.

Joy – interpretata da una adorabile Jennifer Lawrence - narra come un classico romanzo di formazione la storia turbolenta di una donna che fin da bambina voleva fare l’inventrice ma che - a causa di una famiglia impegnativa e disfunzionale – non trova la forza di seguire la sua vocazione e i suoi sogni fino alla maturità.  

La Lawrence – con la stessa espressione resiliente di fragilità e testardaggine che abbiamo imparato ad amare - ci porta attraverso l’evoluzione di una donna, facendo affiorare i sentimenti complessi che fanno parte della vita quotidiana di ciascuna di noi, dall’infanzia all’età adulta: ingenuità, debolezza, sensibilità, tradimento, inganno, perdita dell'innocenza e pene d'amore sono gli ingredienti di questa intensa ed emozionante storia imperniata sul diventare un punto di riferimento sia nella vita privata sia nell’ambito professionale, scontrandosi con un mondo del lavoro che non perdona.

Gli alleati diventano nemici e i nemici diventano alleati, sia dentro che fuori la famiglia, ma il lato più intimo di Joy e la sua fervida immaginazione la aiutano a superare i problemi con cui si dovrà scontrare prima di veder consacrato il suo successo.

In questo biopic, Joy è una giovane casalinga disperata con grandi abilità manuali e spirito di sacrificio; è capace di riparare qualsiasi cosa si rompa in casa e si sottopone a turni di lavoro massacranti pur di mantenere una famiglia complicata; Joy è separata, vive con i figli piccoli, ha un ex-marito cantante (Edgar Ramirez) che dorme nel seminterrato, una nonna (Diane Ladd) che da sempre è il suo appoggio emotivo, ha una madre divorziata (Virginia Madsen) bella e folle che non esce dalla sua stanza da otto anni e guarda solo telenovelas, un padre (Robert De Niro) che definire un parassita è essere gentili e che colleziona fidanzate (l’ultima è una spettacolare Isabella Rossellini che sembra la matrigna di Biancaneve), infine una sorellastra che si rivela gretta e invidiosa.

La vicenda è molto semplice, punta alla creazione del mocio e al successo commerciale di Joy grazie all’incontro con Neil Walker, producer del canale di televendite QVC, interpretato da un Bradley Cooper particolarmente insipido; proprio perché è così “familiare”, la storia insinua un sottile disagio e non a caso il film è stato molto meno apprezzato dal pubblico maschile che da quello femminile.

Il film ti piacerà soprattutto se come donna a volte ti senti un po’ una casalinga furibonda. In un momento di crisi, in cui Joy è sull’orlo della bancarotta, il padre la apostrofa con un discorso che è un concentrato di sessismo e denigrazione: invece di supportarla, si rimprovera di averle fatto credere di poter essere qualcosa di diverso da una mediocre e insulsa casalinga, riassumendo tutti i pregiudizi di genere di un mondo che tende a svalutare le donne, anche quando sono brillanti ed intelligenti. Dopo questo abisso emotivo, Joy reagisce – in una delle scene finali, sembra un cowboy che sta per affrontare una sfida all’OK Corral - e il lieto fine è assicurato.

Anche se il film ricorda un po’ Cenerentola, racconta una storia vecchia come il mondo: tu stessa e qualsiasi donna di tua conoscenza non farete fatica a riconoscervi in alcuni passaggi. Ti immedesimerai se hai messo la tua famiglia prima dei tuoi bisogni e se hai relegato le tue ambizioni in un angolo, in attesa di tempi migliori. Anche se Joy non si può certo definire un film femminista -  pur sovvertendo le aspettative di genere – tuttavia racconta un futuro possibile e accessibile: di fatto, la vera Joy Mangano ce l’ha fatta, è stata una pioniera della QVC e un’imprenditrice coraggiosa.

Da vedere sul divano da sole o con le amiche del cuore.

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