DONNE E LAVORO

Do It Yourself: Barbara Gulienetti ti dice come fare.

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Sei un’appassionata di bricolage e ti sei sempre chiesta se fosse possibile far diventare una professione le tue abilità manuali e la tua fantasia? Scopri i consigli di Barbara Gulienetti, già fortunata conduttrice TV di trasmissioni dedicate al do it yourself e oggi ancora più seguita per i suoi celebri tutorial di Come fare con Barbara sul web.

Sei diventata un volto molto conosciuto del DIY tra TV e YouTube. Cosa ti ha portato verso questa professione?

Il caso. Ho fatto un percorso professionale abbastanza atipico; ho sempre amato l’arte e la decorazione così mi sono perfezionata alla Scuola di Pittura Decorativa “Institut Supérieur de Peinture Décorative Van Der Kelen” di Bruxelles in Belgio. Sono diventata una decoratrice professionista ma sono cresciuta professionalmente nel campo del DIY – do it yourself - imparando sul campo, dagli attrezzisti. Altrimenti - decoro a parte - sarei rimasta una bricoleuse casalinga.

Su che progetti ti piace di più lavorare?

All’inizio amavo soprattutto il lavoro pittorico. Quando con le amiche e colleghe Benedetta e Valentina, creammo la VaBBè Decorazioni ho decorato ville, alberghi e persino yacht in tutto il mondo, come la villa dello sceicco Juffali a Jeddah, lo stand di Roma 2004 ad Atlanta per la candidatura italiana alle Olimpiadi, gli alberghi Le Sirenuse e Villa Tre Ville a Positano. Ho viaggiato tanto e rimane ancora la mia passione. Con il tempo, ho cominciato a divertirmi con gli oggetti: mi piace vedere “oltre” e immaginare come posso farli diventare, ad esempio avere una cassettiera monca e trasformarla in un mobile astruso. Imparare a vedere le potenzialità è una cosa che si impara con gli anni.

Il bricolage è percepito come una cosa da uomini: lo è per davvero?

Lo è sempre stato e ti dirò che, anche quando lavoravo come decoratrice in cantiere, era difficile. Era un ambiente duro, faticoso, molto scomodo e non c’era rispetto. In linea di massima, credo di aver rappresentato una novità in questo ambiente: l’immagine di una donna con appesa alla cintura la pistola del silicone in stile Barbarella è abbastanza nuova.

Quanto hanno influito i social sulla tua carriera?

Inizialmente molto poco, perché ero veramente a digiuno di tutto quello che riguarda i social e il loro linguaggio, perciò non avevo sfruttato in questo senso la visibilità televisiva. Terminata l’ultima trasmissione, mi ero detta “adesso basta, torno alla vita normale”, anche se chi mi aveva seguito continuava a scrivermi per avere istruzioni e faceva domande ricorrenti. Poi, ho incontrato Alberto Puliafito – un esperto di comunicazione digitale, un vero genio della strategia - e insieme abbiamo creato il blog, che si è trasformato in un progetto editoriale complesso e che adesso fonde in maniera organica tutte le attività che svolgo su comefareconbarbara.it, sul mio canale YouTube, Instagram e Facebook.

Come si compone la tua giornata tipo?

Non esiste una giornata tipo, non ho una routine; ci sono i momenti frenetici – per preparare materiale video o per concludere una commissione - e poi ci sono le giornate di preparazione. Per il mio carattere, è la cosa più bella del mondo che ogni progetto sia diverso dall’altro, che il lavoro non assorba completamente la vita privata e che mi lasci il tempo di passeggiare in campagna con i miei cani.

Che progetti hai per il futuro?

I nuovi tutorial saranno certamente una costante.

Si può veramente essere delle autodidatte? Serve un qualche tipo di formazione?

Io ero una che già di suo usava le mani e si dava da fare - non ero scesa dal pero - però mi ricorderò per sempre quando mi hanno insegnato per la prima volta a tenere correttamente un martello in mano. Sarebbe una bella cosa trovare delle anime pie che lo fanno di mestiere e che siano disposte a insegnarti. Una volta, avevo deciso di tappezzare una poltrona: il lavoro si è rivelato un bagno di sangue, complicatissimo: così, sono andata da un tappezziere, gli ho spiegato che non sapevo più come fare ad andare avanti e gli ho chiesto consiglio.

Cosa suggerisci alle appassionate che vorrebbero farne la propria professione?

Dopo anni trascorsi a decorare soffitti o bloccata in posizioni assurde o al freddo, mi sento tutta acciaccata: è pesante fisicamente ma per me è il mestiere più bello del mondo. Se hai la passione, fai tutte le valutazioni del caso e poi lanciati. Considera che non esiste un vero percorso di studi – nel mio caso venivo da una scuola d’arte ma è stato fin troppo arzigogolato - ma che la forza fisica e la resistenza contano notevolmente.

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