PIANTE DA INTERNO

La giusta annaffiatura

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Con il grande caldo dei giorni estivi è importante dare alle nostre piante la giusta quantità di acqua, ecco alcuni consigli utili per ottenere i risultati migliori senza sprechi.

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Affrontare il grande caldo

Nei mesi caldi diventa essenziale capire quanta acqua dare alle piante per evitare che si secchino, ma anche che anneghino. In questi mesi, grazie a sole e calore, le piante crescono rigogliose, proprio per questo hanno particolarmente bisogno di acqua.

La prima regola è, non esagerare. L’afa che percepiamo rischia di spingerci ad innaffiare le nostre piante in modo esagerato, tanto che è più facile che le nostre piante muoiano per annegamento che per disseccamento. Importante anche l’istinto del giardiniere, la capacità di percepire quando le nostre piante hanno realmente bisogno. l’irrigazione a pioggia o a getto finisce per aggredire il terreno invece di infiltrarsi in profondità, un impianto di irrigazione a goccia richiede un impegno iniziale maggiore, ma permette al terreno di appropriarsi dell'acqua in piccole quantità.

Capire quando ‘hanno sete’

Le foglie sono spesso il migliore termometro della sete di una pianta. Nella condizione ottimane foglie e fusti dovrebbero essere turgide e con il portamento tipico della specie. Se invece le foglie iniziano ad apparire molli, fiacche e piegate verso il basso e il terriccio è secco significa che la pianta ha bisogno di acqua.

Se invece i sintomi sono gli stessi ma il pane di terra è bagnato, si tratta di un ristagno di acqua e bisogna intervenire subito trapiantando la pianta su un nuovo vaso con del terriccio asciutto e lasciandola a secco per qualche giorno. Vale sempre la regola di tastare il terreno con un dito primo di bagnare.

Alcune regole base

- In genere è sempre meglio annaffiare non più di due o tre volte la settimana per ridurre i rischi di asfissia radicale.
- Nel caso di piante d’appartamento versa l’acqua direttamente nel sottovaso, mentre per le piante sul terrazzo versa l’acqua direttamente sul terriccio. - Dopo mezz’ora dall’innaffiatura svuota il sottovaso dal liquido in eccesso rimasto.
- Se l’acqua ristagna sulla superficie del terreno significa che è troppo secco e compatto, smuovilo con una forchetta da giardino.
- Se invece l’acqua penetra troppo velocemente e scende tutta nel sottovaso significa che il terreno è troppo sciolto, meglio sostituirlo con della terra nuova.
- Per reidratare il pane radicale, immergi il vaso in acqua per un’ora, poi lascia sgocciolare per bene.

Quale tipo di acqua?

Non tutti i tipi di acqua sono uguali, per conoscere meglio la composizione dell’acqua dell’impianto idrico rivolgiti all’azienda municipalizzata erogatrice del servizio. Se l’acqua è dura avremo una massiccia presenza di calcare che può impedire l’assorbimento del ferro e ostruire i pori radicali delle piante. Per impiegare l’acqua molto calcarea sulle piante è consigliabile prima farla riposare sull’innaffiatoio per almeno un giorno.

Il cloro non causa problemi diretti ai vegetali, ma influisce sulla terra compromettendo il lavoro di alcuni microrganismi utili per le piante. Anche in questo caso meglio lasciar riposare per almeno 24 ore. Altro consiglio è poi di usare sempre acqua a temperatura ambiente, scegliendo di innaffiare alla sera o alla mattina presto e non durante le ore centrali del giorno.

Trucchi per risparmiare

1 – Riutilizzare l’acqua: cerchiamo di raccogliere tutta l’acqua che viene fatta scorrere inutilmente, magari aspettando che si scaldi prima di fare la doccia o lavare i piatti.

2 – Raccogliere l’acqua piovana: una vasca o delle bacinelle per raccogliere l’acqua piovana permettono di avere una perfetta fonte di irrigazione naturale.

3 – La pacciamatura, ovvero la creazione di uno strato di copertura sopra il terreno, permette di limitare l’uso dell’acqua e di evitare la crescita di erbacce.

4 – Scegliere le piante giuste: non tutti i tipi di piante si adatta al nostro clima o al tipo di terreno, è importante quindi sceglierle bene per avere risultati più soddisfacenti.

Meglio coccio o plastica?

La scelta del tipo di vaso varia anche a seconda delle specie, alcune piante preferiscono il coccio, altre prediligono la plastica. In genere il coccio è da preferire per gli esterni, la plastica per gli interni. I materiali plastici trattengono meglio l’umidità, per questo sono più adatte per le piante d’appartamento.

I vasi in coccio invece non trattengono l’umidità, ma nemmeno il calore, sono quindi più adatti per l’esterno e per l’esposizione al sole perché il materiale non si surriscalda.

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